Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’operaio 37enne di Vasto finito agli arresti domiciliari per stalking ai danni di una collega di lavoro. R.L.P (indichiamo solo le sue iniziali per evitare l’identificazione della vittima).
É comparso davanti al giudice delle indagini preliminari Anna Rosa Capuozzo per l’interrogatorio di garanzia, ma ha preferito non dare la sua versione dei fatti in merito ai numerosi episodi di molestie che gli sono stati contestati.
“Si è avvalso della facoltà di non rispondere”, spiega il suo legale di fiducia, l’avvocato Luigi Stampone, “è sicuramente molto scosso per le accuse che gli sono state mosse. E’ una persona tranquilla, incensurata, che non ha mai avuto problemi con la giustizia. Stiamo valutando la strategia difensiva”.
L’operaio è agli arresti domiciliari da una decina di giorni. La misura cautelare è stata richiesta dal procuratore capo Giampietro Di Florio secondo il quale “sussistono gravissimi indizi di colpevolezza sulle condotte persecutorie messe in atto dall’indagato”.
Il magistrato gli contesta una lunga sequenza di comportamenti molesti, tutti ampiamente documentati. Per due anni di seguito, dal 2014 fino a pochi mesi fa, l’autore dello stalking si è reso protagonista, stando agli elementi acquisiti dagli inquirenti, di telefonate anonime, sms, mail, biglietti lasciati ovunque e perfino cartelli dal contenuto altamente offensivo affissi nella bacheca sindacale dell’azienda dove entrambi lavorano.
Ad incastrarlo è stato un investigatore privato – ingaggiato dalla vittima – che ha documentato con immagini fotografiche i comportamenti molesti messi in atto non solo ai danni della malcapitata, ma anche dei suoi familiari. Missive anonime sono state ricevute dal marito, dalla madre, dal padre, dalla sorella , dal cognato e dai suoceri. Le molestie si sono intensificate negli ultimi mesi in coincidenza con lo stato di gravidanza della giovane.
La donna è assistita dall’avvocato Katia Basilico.
Anna Bontempo (Il Centro)