Telefonate, sms, mail, biglietti e perfino cartelli nella bacheca sindacale dal contenuto altamente offensivo. Vittima una giovane donna residente in un paesino dell’entroterra, costretta a subire per ben due anni di seguito i reiterati comportamenti molesti di un collega di lavoro.
L’autore dello stalking, un operaio di 37 anni residente a Vasto, è stato incastrato da un investigatore privato che ha documentato con immagini fotografiche i comportamenti molesti messi in atto non solo ai danni della collega di lavoro, ma anche dei suoi familiari. R.L.P (queste le iniziali dell’autore delle molestie) è ora agli arresti domiciliari, misura cautelare che il giudice per le indagini preliminari, Anna Rosa Capuozzo ha ritenuto “la più idonea a salvaguardare le esigenze di cautela e proporzionata alla estrema gravità dei fatti realizzati con meticolosità pressoché maniacale”.
Il provvedimento è stato richiesto dal procuratore capo Giampietro Di Florio (in foto), secondo il quale “sussistono gravissimi indizi di colpevolezza sulle condotte persecutorie messe in atto dall’indagato”.
E’ un caso di stalking da manuale quello che emerge dalle indagini portate avanti dalla Procura. Gli inquirenti hanno acquisito agli atti biglietti, mail, sms e cartelli comprovanti i comportamenti molesti messi in atto dall’operaio.
L’uomo, completamente invaghito della giovane collega di lavoro e al culmine di una vera e propria escalation, è arrivato ad affiggere un biglietto nella bacheca sindacale dell’azienda, in cui entrambi lavorano, recante frasi lesive ed altamente offensive della reputazione della donna con particolare riferimento a presunte relazioni extra-coniugali intrattenute con altri colleghi e a prestazioni sessuali effettuate. Altri cartelli – come si evince dagli atti – sono stati rinvenuti in prossimità dell’abitazione, sull’autovettura della vittima e perfino sul palo dell’illuminazione pubblica di un paese vicino al luogo di residenza della donna.
Le molestie sono andate avanti per due anni, dal 2014 al 2016, e si sono accentuate negli ultimi mesi in coincidenza con lo stato di gravidanza della vittima.
“Questi comportamenti hanno ingenerato nella mia cliente un perdurante e grave stato di ansia e di paura, oltre ad un fondato timore per la sua incolumità”, racconta il legale della donna, l’avvocato Katia Basilico, “ è stata costretta a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, a limitare la sua vita sociale ed i rapporti con i colleghi di lavoro”.
La donna, che ha presentato una circostanziata denuncia in Procura, è dovuta ricorrere anche alle cure degli psicologi del Centro di salute mentale di Vasto.
Anna Bontempo (Il Centro)