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Don Gianni Carozza e i ragazzi dell’Aquila

Sono stati accolti con gioia dalla Comunità parrocchiale di S. Marco i ragazzi aquilani della Scuola Elementare Paritaria dell’Istituto delle Suore Missionarie della Dottrina Cristiana. Accompagnati da suor Daniela Di Bracco, nonostante la loro vivacità hanno partecipato con fede ed attenzione alla S. Messa delle ore 20 di Domenica 12 giugno, accostandosi, poi, alla Mensa Eucaristica. Il parroco don Gianni Carozza li ha ringraziati per la loro presenza, regalando ad essi una coinvolgente omelia sul tema della misericordia.

“Ogni tanto – ha esordito don Gianni – circola un indovinello piuttosto elementare: “pesa di più un grammo di paglia o un grammo di ferro?”. C’è chi, senza pensarci, risponde deciso: “un grammo di ferro”. Per le nostre bilance, invece, un grammo è sempre un grammo, indipendentemente dal volume del materiale che ci si mette sopra. Non è così per la bilancia di Dio. La sua è una bilancia truccata: però non a nostro sfavore – come quando i commercianti truccavano le bilance a sfavore dei consumatori – ma a nostro vantaggio. Per lui il peccato e l’amore pesano diversamente; un grammo di amore ha un peso molto più grande di un grammo di peccato. Per questo la bilancia di “Dio – ha continuato don Gianni – pende verso la misericordia e il perdono e non verso il giudizio e la condanna. Già gli ebrei, che pure avevano un senso forte della giustizia, pensavano che Dio punisce la colpa fino alla terza e alla quarta generazione per chi lo odia, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che lo amano (cf. Deut 5,9-10; Es 20,5-6). Per lui un gesto di bene vale più di un gesto cattivo. Lo abbiamo sentito anche nella prima lettura: il profeta Natan va a rimproverare il re Davide per un gravissimo peccato – aveva fatto uccidere un ufficiale del proprio esercito per appropriarsi della sua moglie – e, appena Davide si mostra pentito e dice: “Ho peccato contro il Signore”, Natan gli risponde: “Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai”. Ai nostri orecchi suona quasi eccessiva questa pronta misericordia, ma Dio vede il cuore umano e sa qual è il momento per raggiungerlo con il perdono”.

“Gesù – ha aggiunto don Gianni – ha truccato ancora di più la bilancia, perché lui è il volto stesso della misericordia di Dio. Sembra quasi sparito in lui uno dei due piatti della bilancia, quello del male e del peccato. In realtà Gesù condanna spesso il male, ma non il malvagio; e individua il vero male nella superbia, che è l’atteggiamento di chi non pensa mai di fare del male e lo attribuisce sempre agli altri”.

E, dopo aver ricordato le due figure che nel Vangelo della domenica si rapportano a Gesù, Simone il fariseo e la peccatrice, e che stanno sui due piatti della bilancia di Gesù, ha concluso: “La bilancia truccata di Gesù ci può sorprendere e forse, anzi, è bene che ci sorprenda e ci scandalizzi un po’, perché non dobbiamo abituarci alla misericordia di Dio. Gesù non va contro la giustizia, alla quale lascia fare il suo corso, ma va contro la superbia, la tendenza presente in tutti a puntare il dito, catalogare gli altri, applicare le etichette. Lasciamo giudicare il cuore degli altri solo a Dio, l’unico che lo conosce bene e sa sempre come entrarci, attraverso le fessure dell’umiltà e dell’amore”.

Luigi Medea

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