Continuano gli scavi del nuovo sito archeologico rinvenuto in contrada De Fenza, tra San Lorenzo e Punta Penna. La scoperta del “tesoro”, celato sotto pochi metri di terra, risale al dicembre scorso quando il proprietario del terreno, rimuovendone la terra per realizzare un vigneto, ne ha notato la presenza. Per evitarne il furto ed il saccheggio i Carabinieri recintarono l’area.
Ad oggi, l’equipe di archeologi della Soprintendenza d’Abruzzo che hanno sistemato un gabbiotto in cui poter lavorare, lavorano incessantemente ogni giorno per riportare in superficie le tombe rinvenute, il cui recupero è seguito da un pool di esperti formato da Glauco Angeletti, Giampaolo Di Claudio, Luciano Proterra e diretto da Andrea Staffa (nella foto). L’intervento si avvale anche della consulenza tecnica di Sabatino Letta e Salvatore Caramello e degli archeologi Eugenio Di Valerio e Igor Cherstich.
Per il momento, da ciò che trapela dagli operatori della Soprintendenza, pare che le tombe rinvenute siano almeno quattro, con relativi corredi funebri risalenti all’epoca romana e datate all’incirca fra il V e IV secolo avanti Cristo; ma gli stessi operatori non escludono la presenza di altre tombe italiche-romane, visto il ritrovamento avvenuto qualche tempo fa a San Lorenzo di tombe e relativo corredo funebre di una nobildonna del tempo.
L’area è ovviamente recintata ed è vietato avvicinarcisi. La stessa equipe di esperti fa sapere che gli scavi dureranno ancora per molto e che finché non verrà recuperato tutto il materiale, non verrà individuata la necropoli e non verrà stabilita la datazione esatta dei reperti, non forniranno in merito notizie dettagliate.
La scoperta “del tesoro nascosto” di Vasto non lascia stupìti gli esperti in quanto la zona dello scavo rientra tra quelle sottoposte alla costante attenzione della Soprintendenza, come riportato dalla norma sulla salvaguardia archeologica estesa del piano regolatore vigente.
Foto da ilcentro.it
Laura Rongoni
