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SEVEL, Acerbo e Mars del Prc, “Insieme ai metalmeccanici della Cgil da anni denunciamo i rischi a cui i lavoratori sono sottoposti per l’aumento dei ritmi di lavoro”

 

Dopo la nota diramata qualche giorno fa dalla FIOM in cui chiedevano l’intervento della Asl di Lanciano-Vasto per i carichi di lavoro insostenibili sostenuti dai lavoratori della SEVEL, intervengono a tal riguardo anche Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale Prc e Marco Fars, segretario regionale PRC Abruzzo.
Insieme ai metalmeccanici della Cgil –dichiarano Acerbo e Fars– da anni denunciamo i rischi a cui i lavoratori sono sottoposti per l’aumento dei ritmi di lavoro, anche a causa dell’applicazione della metrica Ergo-Uas. Ci chiediamo, invece, come fanno i sindacati firmatari del contratto speciale Fiat a non accorgersi che centinaia e centinaia di lavoratrici e lavoratori subiscono una pressione che risulta insostenibile.

E’ bene ricordare che i ritmi di lavoro elevati sono causa di malattie professionali, con danni permanenti all’apparato muscolo-scheletrico e ricadute psichiche per lo stress correlato al lavoro. L’Abruzzo, negli ultimi anni, ha avuto una crescita esponenziale di questo tipo di malattia, che, al di là della fredda statistica, significa per molte lavoratrici e molti lavoratori essere esclusi dal ciclo produttivo per ritrovarsi il danno psico-fisico e la beffa della disoccupazione.

Sono passati quasi due anni da quando Rifondazione Comunista, allora presente in Consiglio Regionale, riuscì a far passare una risoluzione con la quale si faceva notare come malattie professionali e infortuni sono causati spesso da significativi mutamenti dell’organizzazione del lavoro, perseguiti specialmente attraverso: flessibilità, precariato, ritmi produttivi accelerati, processi di esternalizzazione di cui anche Sevel si avvale in maniera rilevante nel suo processo produttivo.

E’ evidente, inoltre, che i ritmi di Sevel sono spesso replicati dalle aziende fornitrici di componenti o servizi, con conseguente generalizzata accelerazione dei ritmi produttivi e conseguente aumento dei rischi di infortunio e malattie professionali su un intero comparto produttivo.

Su questo tema avevamo chiesto che la giunta regionale (allora di centrodestra) si impegnasse, tra le altre cose, a sensibilizzare la Sevel a porre maggiore attenzione all’osservanza dei migliori criteri prevenzione e protezione dai rischi per i lavoratori e ad attivare urgentemente un tavolo congiunto con l’Inail, le Province, gli Ispettorati del Lavoro, gli imprenditori e le organizzazioni sindacali dei lavoratori per elaborare una più puntuale strategia di prevenzione da tradurre in leggi adeguate e nuovi strumenti di controllo.

Purtroppo, la scarsa sensibilità della giunta di centrodestra non ha dato seguito a quegli impegni. Ce lo aspettavamo. Purtroppo non ci aspettiamo molto di più dall’attuale giunta regionale di centrosinistra, che sugli stessi temi ha mostrato finora pari indifferenza. Intanto, le lavoratrici ed i lavoratori escono spesso dalle fabbriche con le ossa rotte, con un salario che non è adeguato ai carichi di lavoro ed ai sacrifici loro imposti e senza alcun riconoscimento per i propri sforzi, che si traducono in produzioni da record e lauti profitti solo per manager come Marchionne”.

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