Tanto tuonò che non piovve. La visita tanto attesa dell’Assessore Paolucci ha partorito il topolino senza dare le risposte che i medici attendono da anni e i cittadini vastesi da sempre. Si è parlato di Emergenza-urgenza, ma qui l’emergenza-urgenza più importante è collocare a riposo una classe politica che ha promesso e non mantenuto, una classe politica che pensa di gestire l’Ospedale come l’ennesima macchina per alimentare il consenso e organizzare le carriere, mentre l’Ospedale è l’ultima salvezza, è l’ultima frontiera per il malato, per il sofferente, per chi è costretto a correre a Pescara o a Chieti con il rosario in mano sperando che almeno il Padreterno lo protegga.
Bene ha fatto nei giorni scorsi Maria Amato a sollecitare l’assessore, bene ha fatto Peppino Forte a ricordare la necessità dell’emodinamica, ma fino ad oggi è stato buon profeta Remo Gaspari che, nel lontano 2010, disse a me e a Del Prete: “Non fate prendervi in giro. Vasto non avrà l’emodinamica”.
Eppure, questo centrosinistra non ha mai smesso di parlare della ricchezza della filiera: Renzi al governo, Legnini al Csm, D’Alfonso alla Regione, Lapenna sindaco e Presidente Anci. Vasto, nonostante tutto, è rimasta periferia dell’estrema periferia d’Abruzzo. Treni che non fermano, strade da terzo mondo e ospedale residuale. Che cosa deve farsene il cittadino della filiera, il brodo?
Davide D’Alessandro
Consigliere comunale
Noi con Salvini