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Sì ad Ombrina, le reazioni della maggioranza a Vasto

“Sono deluso e amareggiato che in sede di Conferenza di Servizi, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, non siano state prese per nulla in considerazione le ragioni del nostro territorio, della Regione Abruzzo, delle Provincie, delle Associazioni e dei tanti Comuni presenti”: queste le dichiarazioni del sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, dopo la decisione del Mise di esprimere parere positivo all’installazione di Ombrina Mare di fronte le coste teatine.
“Un semplice funzionario statale, sostituendosi, di fatto, agli organi giudiziari, ha ignorato completamente mozioni, ricorsi, leggi regionali, e quanto fatto dai numerosi Enti Locali, nel corso degli anni, contro il progetto di Ombrina Mare – ha denunciato il primo cittadino istoniense – Oggi non è un giorno positivo per il nostro territorio e per la Regione Abruzzo, ma abbiamo perso una battaglia non la guerra, continueremo ad opporci, in ogni sede, alla petrolizzazione del mare adriatico”.

Ed è questo il tema ricorrente di tutte le dichiarazioni del centrosinistra vastese, guerra a tutti i costi, ed è logico aspettarsela soprattutto nelle sedi giudiziarie amministrative in primis.

“Fa male pensare che dall’alto venga deciso un’idea di sviluppo che contrasta con chi in questo territorio vive e sogna di rendere eccellenza le proprie qualità naturale – dice il segretario cittadino vastese del Partito Democratico, Antonio Del Casale – Non sono bastate ben due Leggi Regionali (divieto di attività di ricerca e estrazione di petrolio in mare entro 12 miglia della dalla costa e parco marino) a far comprendere che si tratta di un progetto sbagliato. Ripenso a chi ha bloccato il Parco nella sua istituzione negli anni precedenti, a chi ha ostacolato la sua nascita disseminando false paure, a chi dice no a tutto e non fa capire l’importanza di certi no, ad un ministero che dovrebbe sentire meno le sirene delle compensazioni economiche e più la voce del territorio, ad un Governo italiano in cui manca una politica industriale da vent’anni e sicuramente non occorrono delle trivellazioni in mare per farla (tra l’altro con Ombrina parliamo di una raffineria galleggiante a 5 miglia dalla costa) Questa pagina triste deve aiutarci a restare uniti perché abbiamo perso la battaglia ma forse non la guerra, ci aspettano l’ Impugnazione di questo provvedimento, ricorsi e referendum!”

“Il Governo si è arrogato il diritto di decidere per noi Abruzzesi – afferma l’assessore comunale alle Aree protette Marco Marra – ignorano la volontà di un popolo che ha dimostrato in tutti i modi di volere una storia fuori dal petrolio, non solo con le grandi manifestazioni o con le centinaia di delibere di consigli comunali, ma con il lavoro di chi sa far rendere sostenibile questa terra, valorizzandola e rispettandola, ai tanti agricoltori, produttori vitivinicoli, allevatori, artigiani, ristoratori, pescatori e quante altre categorie non citate e indotte. E poi c’è quella categoria che non fa storia e che si posiziona tra coloro che rivendicano semplicemente il diritto ad emozionarsi davanti e attraverso i propri luoghi, che sente il rischio di una perdita troppo grande. Noi senz’altro non smetteremo di lottare ma sappiamo tutti benissimo che il punto lo può mettere solo il Parlamento con una revoca dell’art. 35 del decreto Sblocca Italia. Cari parlamentari abruzzesi del Pd, forse è ora che cominciate a far pesare qualcosina a tanta servitù, o no?

Lapidaria anche Paola Cianci, anche lei presente a Roma ieri mattina, che parla di “un muro di gomma, una chiusura totale del Ministero sulle eccezioni procedurali sollevate dai rappresentanti della Regione Abruzzo e dei Comuni Municipio della Città del Vasto. Non sono bastate ben due Leggi Regionali (divieto di attività di ricerca e estrazione di petrolio in mare entro 12 miglia dalla dalla costa e parco marino) a far comprendere che si tratta di un progetto ‪illegale‬. Impugnazione di questo provvedimento, ricorsi e referendum … la battaglia non è ancora finita!”

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