E’ il 9 novembre la data che potrebbe scrivere la parola fine sull’installazione della piattaforma Ombrina Mare dinanzi le coste teatine. Dopo il rinvio del 14 ottobre scorso quando in via Molise a Roma si radunarono migliaia di persone all’insegna dello slogan “Noi Ombrina non la vogliamo”, in quella data è fissata la Conferenza di servizi decisoria sulla questione ed il dirigente del ministero per lo Sviluppo economico ha già fatto sapere che comunque vada da quel confronto dovrà essere partorita una decisione che non dovrà tenere conto della Legge regionale d’Abruzzo che di fatto vieterebbe le attività petrolifere entro le 12 miglia dalla costa.
Una legge che viene definita dal MISE illegittima dal punto di vista costituzionale, ma che, in realtà, potrebbe rappresentare una delle poche scialuppe di salvataggio su cui poggiare un eventuale ricorso al TAR del Lazio, che ha già l’adesione del Comune di San Salvo, per chiedere dapprima la sospensione del provvedimento e, poi, la revoca, magari insieme alla costituzione del Parco regionale marino della Costa dei Trabocchi di cui si discuterà a breve in Regione.
Il Tar in effetti non potrà entrare nel merito della legittimità costituzionale della Legge regionale e dovrà rimettere la soluzione della vicenda nelle mani della Consulta dilatando così i tempi per la concessione che negli intenti del Mise dovrebbe divenire effettiva entro 90 giorni dal parere positivo della Conferenza di servizi.
Insomma, quest’ultima metterà davvero un tassello importante per la realizzazione di Ombrina, ma la partita potrebbe durare anche un terzo tempo.
