La elezione del vice-presidente del Consiglio comunale non poteva non rappresentare un nuovo motivo di scontro tra il blocco che ha sostenuto la candidatura di Simone Lembo e quello che invece ha fatto da supporto ad Elio Baccalà. La successione a Luigi Marcello, catapultato nel novero degli assessori, ha rappresentato un parto difficile che ha riacuito quelle divergenze tra le varie anime del centrosinistra che hanno ingressato parte dell’attività amministrativa della maggioranza in questi nove anni.
La posizione dei democratici è riportata in una nota a firma M. M. diramata, però, dal presidente del Consiglio Giuseppe Forte, nel cui incipit si parla della volontà di “fare chiarezza e riportare sui binari della correttezza istituzionale il rapporto che deve contraddistinguere il ruolo affidato alla maggioranza e quello che spetta alla minoranza”.
Come abbiamo già scritto, dopo il ritiro per ben due volte del punto all’Odg del Consiglio comunale inerente tale nomina per l’impossibilità di trovare la sintesi tra le candidature di Baccalà (sostenuto da Sel e Rifondazione) e quella di Corrado Sabatini (retta dal PSI) era stato proprio il ritiro di quest’ultimo ad aprire il sipario su nuovi scenari. L’uscita pubblica dell’estrema sinistra a sostegno del professore eletto nelle fila dell’IdV era logico che determinasse delle conseguenze. Vediamo cosa scrive M. M. in merito a quanto accaduto nell’Aula Vennitti.
“La consuetudine nei rapporti istituzionali tra le diverse formazioni politiche da sempre vede la non partecipazione al voto, la scheda bianca o l’uscita dall’aula da parte dei consiglieri comunali non interessati al voto. Cosa che è avvenuta regolarmente nel 2006 e nel 2011. Oggi, però, vi è stato il colpo di scena, la novità.
Alcuni consiglieri del centrodestra, pensando di poter sfruttare a loro favore questa opportunità, mettendo in crisi la maggioranza, nei giorni scorsi intessevano un fitto rapporto con qualcuno che in Consiglio siede dalla parte opposta, ovvero sui banchi della maggioranza.
L’obiettivo qual era? Eleggere Elio Baccalà con i 3 voti di SEL e dello stesso Baccalà ed aggiungendo i voi dei vari Desiati, Sigismondi, Bischia, Del Prete, D’Alessandro, Della Porta e via dicendo. L’obiettivo, a risultato conseguito, li avrebbe autorizzati a dire: avete visto? Abbiamo eletto noi il vice presidente della maggioranza!!!
Una soluzione che avrebbe potuto avere pesanti ripercussioni all’interno della coalizione che governa la Città.
Ma questa mattina, dinanzi al ritiro della propria candidatura fatta da Corrado Sabatini e dinanzi alla persistente volontà di SEL di eleggere Elio Baccalà, il resto della maggioranza decideva di tagliare la testa al toro proponendo e votando un terzo candidato: Simone Lembo, espressione del P.D.
Da notare che Elio Baccalà ricopriva e ricopre la carica di presidente della Commissione Affari Costituzionali, mentre Lembo, fino ad oggi, aveva solo la carica di consigliere comunale.
Lembo è stato eletto con i voti dei 7 consiglieri del Partito Democratico, con i 3 voti dei consiglieri del P.S.I., con il voto di Nazario Augelli, subentrato in consiglio allo stesso Luigi Marcello, e con il voto (ndr: ammesso e dichiarato alla stampa) di Guido Giangiacomo (FI).
Al momento della votazione non erano presenti in aula Antonio Monteodorisio (FI) – uscito dall’aula nella consapevolezza che quel voto spettava solo ai consiglieri di maggioranza – Francescopaolo D’Adamo e Massimiliano Montemurro assenti ai lavori odierni.
Il risultato è stato che Simone Lembo è stato eletto con 12 voti. Baccalà di voti ne ha ottenuti 10.
Il “giochino”, quindi, non è riuscito. Ed ecco allora interventi in aula in omaggio al “giubilato” ritenuto persona molto affidabile, seria e responsabile (ndr: anche gli altri consiglieri comunali hanno queste qualità) e panegirici fatti nel tentativo, non riuscito, di far passare la fallita operazione come uno stimolo per la maggioranza.
Facilmente immaginabile cosa sarebbe accaduto se il tentativo fosse stato coronato da successo.
Lascio alla immaginazione di chi legge i titoli degli articoli dedicati dagli organi di informazione ad una elezione di per se senza alcun peso concreto. Avrebbe potuto avere effetti dirompenti per l’interpretazione che ne sarebbe stata fatta da chi strumentalmente puntava a spaccare la maggioranza.
La realtà è che il tentativo di “inciucio” non è riuscito.
Resta, però, il vulnus creato da questa votazione che contrasta palesemente con i ruoli assegnati ai consiglieri di maggioranza ed a quelli di minoranza.
Il che significa che i ruoli assegnati dai regolamenti alle due forze che si contrappongono all’interno del Consiglio Comunale verrebbero stravolti. Si giungerebbe ad avallare l’ingerenza nelle scelte che competono ai consiglieri di maggioranza ed a quelli di minoranza. Il che non è corretto ed accettabile”.