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Il candidato in tuta mimetica

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Un patto per … dividere. Ad un distratto lettore può perfino apparire accattivante. C’è l’appello alla mobilitazione civica, unica risorsa, così si enfatizza nel proclama, idonea a fermare il declino di una città, Vasto, in procinto, ormai, di entrare nel vivo della campagna elettorale, c’è la spendita di parole d’ordine quali “il superamento delle logiche di appartenenza, il pluralismo in luogo del personalismo”. La grafica, diffusa tramite internet, contiene tutto questo, e tanto altro ancora. Le idee profuse, però, rese in una forma anonima, non rimandano ad una paternità, ad un riferimento personale o associativo che sia, ad un gruppo, ad uno schieramento politico. Sono le nuove frontiere della politica vastese, alla ricerca perenne di equilibri sempre più avanzati, anche in termini di comunicazione. Al di là del profilo semantico, al cuore del fatto c’è un dato importante che verte su quell’indirizzo a piè di pagina, “viale d’Annunzio n. 81”, ove è possibile, così si esplicita, sottoscrivere le “riflessioni”. Un’esca a cui non abboccare. Sappiamo infatti che a quel numero civico incontreremo qualcuno. Già, ma chi? Indovinate un po’.

Non è un mistero che in viale d’Annunzio n. 81 abbia sede l’ufficio di Giuseppe Tagliente, già sindaco di Vasto, un po’ defilato, fino a qualche ora fa, rispetto al turbinio di novità che annunciano un periodo pre-elettorale davvero infuocato. Un ex sindaco che quindi, da persona navigata, preferisce un approccio impersonale, una discesa in campo di stampo anonimo, quasi a volersi mimetizzare, almeno per il momento, prima di ufficializzare il proprio impegno diretto e in prima persona. Senza tanti giri di parole, Tagliente vuole candidarsi a sindaco, anela a diventare il primo cittadino di Vasto, e quell’invito a sottoscrivere generiche “riflessioni” altro non è che il segnale della imminente raccolta di firme. Anche perché, a ben pensarci, nessun politico ha mai chiesto di sottoscrivere “le seguenti riflessioni”, come se si trattasse di un autografo da apporsi in calce ad un atto notarile. Un altro candidato sindaco, quindi. Che guarda, è lecito supporre, alla sua area di appartenenza, quella cui per istintuale simpatia dovrebbe rivolgere le sue attenzioni. Un’area, quella di centro-destra, attualmente all’opposizione, che nel frattempo ha trovato una sua linea, una sua strategia e una sua fisionomia in vista delle elezioni che avranno luogo nella prossima primavera. Quali spazi, soprattutto quali benefici per una città? Ecco, appunto, quando si parla del “personalismo” che rischia di massacrare quello che, con tanta fatica, è stato messo in piedi.

Giacinto Zappacosta

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