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Un’altra estate difficile per gli animali

 

C’è chi corre e chi si rilassa al sole, chi preferisce l’ombra e chi si disseta: come per gli uomini, l’estate è stata anche per gli animali il momento di gustarsi la vita all’aperto. Ecco allora cani che vanno in spiaggia con i proprietari o amici a quattro zampe che partono per le vacanze.

Tante le storie che hanno avuto per protagonisti gli animali in questa stagione: c’è ad esempio il gabbiano reale che per la prima volta ha nidificato sui tetti pescaresi o ci sono i Fratini che hanno iniziato a riprodursi grazie alle azioni di tutela in diverse zone della costa. Ma ci sono anche storie più tristi, come quelle delle tante tartarughe e dei delfini trovati morti sulle coste abruzzesi.

Per quanto riguarda cani e gatti, è ormai al secondo anno di attuazione la legge regionale che prevede che ogni Comune abbia almeno una spiaggia libera in cui sia consentito l’accesso degli amici a quattro zampe. A Pescara, ad esempio, ce ne sono due. Polemiche e proteste, però, non sono mancate, come a Giulianova o a Ortona, per il divieto di accesso ai cani in spiaggia nonostante quanto previsto dalla norma regionale.

«Gran parte dei balneatori», spiega Cristiano Tomei della Fab-Cna, «aveva comunicato entro il 31 marzo, in base alle disposizioni della legge, di non voler consentire l’accesso degli animali sulle spiagge in concessione. In ogni caso molti operatori vogliono consentire l’accesso di cani di piccola taglia e cercano di accontentare un po’ tutti, purché vi siano delle regole».

«E’ una legge molto civile», commenta il vicepresidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Pescara, Pierluigi Guidi, «e anche concretamente è un incentivo al turismo perché molte persone prima non venivano in Abruzzo in quanto non potevano portare il cane al mare. Inoltre», aggiunge l’esperto, «sono sempre di più gli abruzzesi che decidono di portare in vacanza il loro Fido e che scelgono la meta proprio in virtù della possibilità di essere accompagnati dagli amici a quattro zampe».

Non sono mancate le curiosità che hanno avuto per protagonisti gli animali.

«Il gabbiano reale a giugno ha nidificato per la prima volta sui tetti delle case pescaresi», ricorda Augusto De Sanctis della Stazione ornitologica abruzzese, «buoni, poi, i risultati delle azioni di tutela del Fratino, che ha nidificato a Pescara, al Cerrano, a Vasto e nella zona delle dune di Tollo».

Ma l’estate 2015 è stata particolarmente critica sul fronte degli spiaggiamenti, molto più numerosi degli altri anni: diverse decine le tartarughe morte e diversi anche i delfini.

«La quasi totalità dei fenomeni», osserva il presidente del Centro studi cetacei onlus, Vincenzo Olivieri, «è riconducibile alla piccola pesca: la somma complessiva di reti presenti in mare supera abbondantemente la lunghezza della costa. Il nostro è diventato un mare assai particolare e quelli che si spiaggiano sono solo una percentuale minima degli esemplari che muoiono». Rilasciate in mare, inoltre, dopo le cure degli esperti, 20 tartarughe.

Non si può dimenticare la difficile vita degli animali da circo, che arrivano anche nei diversi centri abruzzesi, spesso costretti a viaggiare e ad esibirsi al caldo in condizioni non idonee.

«I circhi, pur rientrando nell’ambito degli spettacoli tradizionali», dice Antonella Agostini della Lav di Pescara, «basano il loro business sullo sfruttamento degli animali. Servono provvedimenti da parte dei sindaci abruzzesi», conclude l’esponente della Lav, associazione che a livello nazionale ha lanciato una petizione per chiedere che il finanziamento pubblico sia destinato solo ai circhi che tolgono gli animali e si riconvertono.

Lorenzo Dolce (fonte il centro)

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