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Il “riformismo” alla base delle gestioni affidate alle organizzazioni pubbliche

Sono state le scelte politiche compiute la risposta adeguata alle fondate critiche rivolte alla modalità di gestione delle organizzazioni pubbliche locali?

Questo l’interrogativo posto nel corso della conferenza che si è tenuta nella serata di ieri a Vasto, che ha visto l’onorevole Maria Amato, il dottor Francesco Prosperococco, direttore Cresa Abruzzo e il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, protagonisti di un incontro de visu con gli amministratori dei territori del circondario vastese. Presente all’evento anche il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, nella doppia veste di rappresentante locale e di presidente dell’Anci.

Dopo l’intervento del direttore del Cresa che ha mostrato un dettagliato quadro raffigurante la situazione economica e sociale della regione, l’onorevole Amato introduce il fulcro del dibattito richiamando l’urgente e sentita necessità di una condivisione delle scelte che ricadono sul territorio. “La pratica dei caminetti, già abbandonata da tempo almeno ufficialmente dal PD, non ci appartiene – ha duramente affermato l’onorevole-, il caminetto riscalda differentemente quelli che vi si siedono. Noi spingiamo affinché si vada verso un confronto diretto, dove tutti seggano intorno ad una tavola rotonda con pari dignità per partecipare congiuntamente alla costruzione del futuro di questa zona”.

Il processo riformatore è partito offrendo ad ognuno un’occasione per rivedere le modalità di interfacciarsi per realizzare un futuro migliore da  raggiungere attraverso un confronto costante sulle problematiche  avvertite da chi ha la responsabilità di governo delle realtà locali.

Una questione di rilievo relativa alla gestione delle attività comunali, che merita risposte urgenti da parte delle istituzioni sovracomunali, viene sollevata dal sindaco Lapenna relativamente alla sfera dei bilanci comunali, ossia del documento che regola tutta l’attività economico-finanziaria dell’ente locale, e che, alla luce delle nuove riforme, vede incertezza sull’organo -Stato, Regione o Provincia- che deve assumere la copertura dei costi relativi alle varie voci. Da qui la necessità di avere certezze che mettano il Comune al riparo dalle possibili ripercussioni derivanti da quello che dovrebbe essere il normale management della cosa pubblica.

Anche Gabriele Marchese, in qualità di sindaco emerito del comune di San Salvo, rivolge un accorato e puntuale appello al presidente della Regione circa le difficoltà riscontrate nella realtà territoriale e che traggono origine dall’esigenza di dare risposte positive sia in termini di modernità ad un sistema connettivo che si basa su l’export, sia alla fragilità causata dalla rete delle infrastrutture, rimaste ferme a 60 anni fa. In questo senso non mancano esempi eclatanti quali le pessime condizioni in cui versa la rete idrica che mette in grave difficolta la realtà economica della zona o lo stato scadente del sistema viario che di fatto taglia fuori interi comuni. Anche  l’inefficienza dell’attuale sanità abruzzese rende voluttuario un investimento diretto alla realizzazione di una nuova struttura ospedaliera.

“La vera necessità -aggiunge Marchese- è quella di ridare dignità, funzionalità e qualità alle realtà sanitarie già esistenti. Ugualmente, i piani strategici fatti in passato vanno attualizzati, ricontestualizzati e finanziati per dare risposte positive al sistema produttivo dell’intera area abruzzese…Da un governo di centrosinistra ci si attende un maggiore profilo riformatore che apporti diversi cambiamenti nelle varie situazioni all’interno di questa regione. Costituisce in questo senso un cattivo modello la formazione professionale, ormai avulsa dall’ottica originaria di istruzione ed educazione del capitale umano quale mezzo di promozione della crescita delle imprese ma divenuto funzionale soltanto all’alimentazione clientelare”. Bisogna che il governo regionale abbia il coraggio di confrontarsi sul tavolo delle trattative ascoltando le concrete esigenze provenienti dalle varie realtà locali per offrire un contributo fattivo alla crescita e allo sviluppo di questa Regione.

Immediata la risposta del presidente D’Alfonso alle sollecitazioni pervenute dall’assemblea presente in sala  partendo dall’amara constatazione della circostanza che per un lunghissimo tempo passato, non si è avuta nessun idea circa le cose da fare. Lo stato di viabilità dell’alto vastese ha origine “nella stravaganza e nella sciatteria precedente, perché solo così si può spigare le condizioni strutturali in cui versa la rete dopo fenomeni atmosferici che per quanto eccezionali restano prevedibili”. Riorganizzare una costumatezza degli interventi sul territorio richiede tempo.

Anche l’associazionismo può e deve essere una risposta positiva per risolvere determinate problematiche. Concertare significa mettere in campo le risorse necessarie che ci sono rispetto ad un obiettivo. I tecnici dei piccoli comuni, in ragione dei bisogni avvertiti  devono dar luogo ad una collaborazione con altri colleghi della zona, per far si che nascano perizie che siano delle osservazioni puntuali dello stato dei luoghi, pronti a tradursi in investimenti in caso di finanziamento.

Univocità di intenti, adeguata capacità progettuale, razionalizzazione sono le risposte che potrebbero far compiere un salto di qualità a questo territorio.

Paola Tosti (piazza rossetti)
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