«Autoporto, è possibile sapere la destinazione di questa opera faraonica costata 33 milioni di euro?». La domanda rivolta alla Regione è del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. La Regione ha infatti revocato il finanziamento di un milione e 300 mila euro necessario per le opere di completamento della struttura, il collegamento con le industrie e la risistemazione dei danni provocati dai vandali e dal tempo.
«A questo punto non ci sono più i soldi. Che facciamo? È giusto lasciare un’opera costata anni di lavoro, soldoni e fatica nel più completo abbandono? Possibile che non si riesce a dare una destinazione?». L’amarezza di Magnacca è maggiore perché il Comune aveva realizzato la progettazione degli interventi. Tutto vano. Il Vastese perde un’altra importante opera.
Magnacca a febbraio aveva scritto al presidente della Regione Luciano D’Alfonso affinché l’autoporto di San Salvo divenisse una delle priorità dell’agenda del vertice della Regione. Un appello vano.
«La colpa non è solo di questo governo regionale, ma un’opera costata circa 33 milioni di euro di soldi pubblici che resta ferma come un grande pachiderma nella zona industriale alla mercé di vandali, è difficile da accettare». Il sindaco Magnacca ritiene che la Regione non possa più rinviare decisioni importanti e coraggiose per definire il futuro dell’autoporto. «È necessario un percorso nuovo. La struttura potrebbe essere funzionale e di sostegno per lo sviluppo del territorio. È un’opera che potrebbe avere una funzione strategica», insiste il primo cittadino.
«Come pubblici amministratori abbiamo il dovere di utilizzare al meglio i soldi pubblici e vigilare sulle opere e strutture realizzate e inutilizzate».
Sull’abbandono dell’autoporto c’è anche una indagine in corso. Il presidente dell’associazione Ambiente e Sport, Paolo Leonzio, e la responsabile del progetto Eco-schools europeo, sono stati convocati dal comando della guardia di finanza per fornire chiarimenti agli investigatori incaricati dalla magistratura di verificare i motivi del degrado della struttura. Leonzio dopo aver fornito le notizie richieste alle fiamme gialle ha inviato un dettagliato resoconto alla Corte dei Conti e alla Comunità europea. L’autoporto è dunque entrato nel dossier delle opere incompiute e su di lui si sono accesi i riflettori degli investigatori.
(p.c. fonte il centro)