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L’Amministrazione comunale illumina il Film Fest e lascia al buio le Terme romane

Il recente Vasto Film Fest ha lasciato strascichi polemici anche lì dove meno te lo aspetti. In particolare è stata Maria Grazia Mancini, capo delegazione Fai Vasto, a sollevare questioni importanti in merito soprattutto ai mosaici delle Terme romane di via Adriatica, lasciate al buio per garantire l’illuminazione adeguata al festival. E la polemica è forte contro l’Amministrazione comunale. Ecco le sue riflessioni.

“Dall’oblio al ‘buco nero’ che, “per esigenze dell’Amministrazione”, ha risucchiato le Terme Romane di Histonium private della illuminazione pubblica nei giorni del Vasto Film Festival, il passo è stato, come sempre accade, molto breve.

Giorni in cui proprio il Festival ha rianimato almeno per qualche ora questo tratto dimenticato e abbandonato di via Adriatica, ricostituendo magicamente quell’“… asse Terme, Via Adriatica e Museo Archeologico” che, come ebbe a dire il nostro Sindaco nel lontano 2007 impegnandosi a “valorizzare tutto il percorso”, “rappresenta uno degli elementi più significativi e di attrazione turistica-culturale della Città di Vasto”.

Sceso il sipario sul Vasto Film Festival il cui prestigio non si è inteso in alcun modo turbare, corre obbligo, ora, a riflettori spenti, di svolgere qualche riflessione.

Si tralascia opportunamente la sequenza dei gravi fatti avvenuti, per rilevare solo che, ancora una volta, ‘ignoti’ sono entrati nel sito archeologico ed hanno spento l’interruttore lasciando al buio l’intera area archeologica. Nessuna rimostranza da parte di chi, per incarico della Soprintendenza competente, gestisce il sito, nessuna lettera (mai letta), sono valse ad evitarlo.

Eppure, le “esigenze” in nome delle quali c’è stato l’ordine di relegare all’oscuramento totale le Terme Romane, erano ben note all’Amministrazione già da tempo e, per tempo ad esse l’Amministrazione avrebbe dovuto provvedere, preoccupandosi di adottare quelle minime misure organizzative che potessero garantire sia il regolare svolgimento del Film Festival che quello delle visite guidate al sito archeologico curate ormai da un lustro dalla Delegazione FAI di Vasto: un servizio reso alla Città (almeno così credevamo fosse inteso anche in Comune) grazie alla imprescindibile e preziosa collaborazione con le Scuole cittadine che coinvolgono ogni anno sempre più numerosi alunni i quali, a Vasto, dedicando le loro vacanze estive alle Terme Romane, hanno reso stabile l’esperienza degli Apprendisti Ciceroni FAI ®, simbolo riconosciuto delle Giornate Nazionali FAI di Primavera.

“Esigenze”, infine, per soddisfare le quali l’Amministrazione avrebbe dovuto semplicemente attenersi alle prescrizioni date dalla Soprintendenza Archeologica in caso di utilizzo della vicina Arena delle Grazie per eventi: “… assicurare sul posto per l’intera durata delle manifestazioni una adeguata vigilanza, onde evitare accessi incontrollati di malintenzionati all’adiacente area archeologica…; comunicare preventivamente al FAI Delegazione di Vasto, che gestisce l’area sulla base di specifica Convenzione con lo scrivente Ufficio, via posta elettronica all’indirizzo e-mail sopra riportato, con almeno 48 ore di preavviso, nominativi e numeri di cellulare dei responsabili delle varie iniziative, comunale e operativo, per ogni eventuale necessità di raccordo organizzativo”.

E pensare che, per farvi fronte, si poteva semplicemente svitare quelle due o tre lampadine dei lampioni della zona a prato delle Terme, accusati di “dare fastidio”! Una soluzione collaudata, che qualcuno (sempre rigorosamente ‘ignoto’, poiché la buona educazione e le regole sono un optional in disuso, ma almeno dotato di maggiore buon senso) aveva sperimentato con successo dopo le nostre rimostranze dello scorso anno. Forse, sarebbe ‘costato’ due o tre minuti in più che abbassare semplicemente una leva, ma sarebbero stati minuti spesi bene, non fosse altro che per ‘mettere in vetrina’ quale valore aggiunto della Città anche questo importante sito archeologico.

Ed è proprio questo che rammarica di più! Che un’Amministrazione, pure così attenta ad altri luoghi d’interesse della città, non abbia saputo cogliere nemmeno l’opportunità del Film Festival per mostrare ad una platea sicuramente più vasta questo sito termale che, come ai nostri Ciceroni piace esordire accogliendo i visitatori, “risale al II sec. d.C. ed è il più grandi dell’intera Italia centro meridionale adriatica”, ed è, dunque, patrimonio non solo della nostra Città ma dell’Italia intera.

Un sito che, in occasione di un’edizione delle Giornate Nazionali FAI di Primavera, ha trovato posto sulle pagine di Vanity Fair e su prestigiose testate nazionali dove, sotto la foto del Nettuno (simbolo dimenticato di Vasto), è stato annoverato tra ‘le visite da non perdere’ accanto ai Laboratori Ansaldo di Milano, Villa Madama a Roma, la Torre del Maurizio ad Orvieto e la Biblioteca Universitaria di Genova. Un sito presente nella Guida dei Luoghi del Cuore pubblicato dal FAI lo scorso marzo.

Un luogo che, pure, nelle poche ore di luce che gli sono state concesse il 20 agosto, aveva attratto tantissimi visitatori che sono ne sono rimasti incantati, andandosene con lodi per la competenza e l’entusiasmo dei Ciceroni d’eccezione che li hanno accolti: ragazzi il cui impegno non andrebbe mai mortificato ma dovrebbe essere gratificato, poiché rappresenta quel prezioso seme di conoscenza e consapevolezza del proprio territorio che solo consente di coniugare tre semplici verbi, tanto cari al FAI, “conoscere, amare, tutelare” che tutti noi dovremmo sentirci in dovere di lasciare in eredità alle generazioni che di questi luoghi dovranno prendersi cura.

Sono passati otto anni dal 2007 e bisogna dare merito alle Istituzioni di aver fatto un bel lavoro per il recupero e la visibilità dei resti dell’imponente colonnato romano che fiancheggia via Adriatica. Tuttavia, quell’asse con il suo sistema archeologico meritevoli di valorizzazione, si è fermato poco più in là del portale della Chiesa di San Pietro, oltre il quale s’alza una cortina di buio, indifferenza, degrado e desolazione. In tutta la città nemmeno una indicazione dell’esistenza del Parco Archeologico delle Terme Romane, che, come pure riconosciuto dal Sindaco nel 2007, sono il naturale e più importante epilogo della ‘passeggiata archeologica’ della via Adriatica, cui, non a caso, appartengono a completamento del perimetro di quello che fu Municipium di Roma.

Un nulla che fa male. Soprattutto all’immagine di Vasto siccome è avvertito anche da quei turisti che, tra oscurità, cartelli pubblicitari in disuso e scomposto parcheggio di auto, riescono a scorgere i cancelli aperti e la presenza di qualcuno ad accoglierli gratuitamente… Per uscirne con la consapevolezza di trovarsi in una città che ha una storia sorprendente da raccontare, ma ponendosi, disorientati, un’unica imbarazzante domanda che non ha risposta: “Perché un sito archeologico di tale importanza e bellezza non è segnalato ed è così… nascosto?”.

Come il lettore più avveduto e attento avrà compreso, nonostante gli spiacevoli fatti da cui trae spunto, questa non è né intende essere una lettera di ‘polemica’ e di ‘scontro’, ma semmai, come è nelle corde e nella mission del FAI, un tentativo di sensibilizzazione alla tutela, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio storico e cultuale della Città. Un invito a lavorare insieme, a collaborare, come recentemente raccomandato anche dal Ministro dei Beni Culturali Franceschini, per la valorizzazione di questo gioiello che Vasto custodisce. Una valorizzazione possibile solo con la maggiore ‘visibilità’ delle Terme Romane, e non certo con il loro oscuramento.

Dopo anni di lavoro silenzioso, durante i quali si è sempre auspicato che le cose potessero cambiare, constato amaramente che ciò non è avvenuto, si intende soltanto ricordare che anche le Terme Romane di Histonium esistono, e sono proprio qui in via Adriatica, a raccontarci e raccontare al mondo una parte importante della storia di Vasto, auspicando che quanto accaduto in questi anni, non escluso quello in corso, non abbia più a ripetersi.
Ci si augura, fiduciosi, che il senso di rispettosa sollecitazione di questa ‘lettera aperta’ possa avere altrettanto rispettoso riscontro dall’Amministrazione di Città, dalla quale abbiamo peraltro motivo di ritenere sia in arrivo in tali sensi una risposta, positiva e concreta, alle già sollecitate ed urgenti necessità indicate per l’adeguata valorizzazione delle Terme Romane dell’antica Histonium.

Solo un segno di rispetto al valore di ricchezza e di risorsa culturale, economica e turistica, che questo luogo della storia indubitabilmente rappresenta.

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