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Giancola, le tre squadre di B tirano il movimento degli arbitri

 

 

 

A fare gli onori di casa nel ritiro di Campo Felice (L’Aquila) è l’ex arbitro della sezione di Vasto Angelo Martino Giancola, oggi presidente del Cra (Comitato regionale arbitri Abruzzo).

Giancola, nella sua carriera di direttore di gara iniziata nel febbraio 1994, vanta quattro stagioni in serie B e cinque designazioni in serie A nel triennio 2009-2012 (Cagliari-Livorno, Fiorentina-Lecce, Chievo-Cagliari, Bologna-Sampdoria e Bari-Livorno). Poco più di un anno fa, il 4 luglio 2014, ha assunto la guida del Comitato regionale, sostituendo l’altro arbitro di serie A, Pasqualino Rodomonti.

«Sono felice della crescita che sta avendo il movimento degli arbitri della nostra regione nell’ultimo periodo. Di sicuro avere tre club abruzzesi in serie B (Pescara, Lanciano e forse Teramo) è un vantaggio perché in queste città i ragazzi sono maggiormente motivati a entrare nella classe arbitrale. Non a caso, abbiamo registrato un aumento di iscritti proprio nelle sezioni di Pescara, Teramo e Lanciano».

Un mondo, quello dell’arbitraggio, che sembra ormai una delle poche isole felici rimaste nel pianeta calcio, inquinato dalle scommesse e dal malaffare:

«Ogni estate scoppiano indagini e processi per calcioscommesse, presidenti e dirigenti di società che comprano e vendono le partite. La gente si sta disamorando di questo calcio malato. Mi rende orgoglioso vedere ogni volta la classe arbitrale completamente estranea a queste vicende (tranne qualche rara eccezione, vedasi Calciopoli, ndc) sintomo di un movimento composto da persone veramente oneste».

Sulla tutela fisica dei direttori di gara e sugli episodi di violenza ai danni della classe arbitrale tra i dilettanti, il presidente Giancola spiega:

«Molte volte nei campi di periferia ci si trova a lottare con ignoranza regolamentare. E non solo. Fino al primo gennaio scorso si sono verificati diversi episodi di violenza ai danni di nostri direttori di gara. Per fortuna, dall’inizio del 2015 il nuovo regolamento dell’Aia prevede sanzioni molto salate, che hanno in parte bloccato il fenomeno. Prima c’erano i soliti cinque anni di sospensione e la richiesta di radiazione a carico del soggetto aggressore. Da ora in avanti, la società oggettivamente responsabile dell’atto di violenza da parte di un proprio tifoso o tesserato sarà costretta a pagare le spese arbitrali fino alla fine della stagione. D’altronde, quando si vanno ad intaccare le tasche e i soldi delle persone, ci si pensa due volte prima di inveire in modo pericoloso e violento nei confronti degli arbitri». Il presidente Giancola parla anche della fresca modifica dell’art.19 comma 9 del Codice di giustizia sportiva che regolamenta le squalifica per recidività in ammonizioni, scatterà a cinque cartellini gialli e non più a quattro e sarà applicata dalla serie A sino alla Lnd:

«Questa variazione rispetta la tendenza dell’Aia di voler seguire le linee guida delle altre Federazioni europee. In Inghilterra e Germania, ad esempio, la squalifica scatta al sesto cartellino giallo». L’ultima battuta di Giancola è sulla moglie, Roberta Lisandrelli, ex arbitro di Eccellenza, proveniente dalla sezione

di Arezzo: «Per fortuna avendo fatto anche lei la carriera arbitrale, comprende il motivo per cui sono spesso fuori casa. L’estate ci vediamo di più, ma difficilmente discutiamo. Nel caso, comunque, ci sono sempre i cartellini gialli da estrarre a vicenda». (il centro)

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