Sul promontorio di Punta Penna svetta altissimo e maestoso il faro. Sulla strada, a guardarlo, sembra un gigante con l’occhio luminoso che ruota intorno al collo per segnalare che lì, ai suoi piedi c’è la terraferma, la salvezza. Magari oggi, con i moderni sistemi di navigazione, questa funzione è divenuta obsoleta, ma il faro conserva tutt’ora il fascino di un tempo. Su internet leggiamo quanto segue: il faro di Punta Penna, con i suoi 70 metri di altezza, è il secondo faro più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova.Il segnalamento si trova su un promontorio in via Madonna della Penna presso il porto di Vasto. Venne scelta questa località perché importante sotto il profilo strategico: secondo il parere dei tecnici, il sito costituiva un vero e proprio porto naturale, il più importante tra Ancona e Bari.
Costruito nel 1906, più volte è stato oggetto di rifacimento. Infatti la struttura oggi visibile non è quella originale del 1906, ma una ricostruzione poiché nel 1944 l’esercito tedesco in ritirata distrusse in parte il vecchio faro. La demolizione venne completata due anni dopo e il 2 maggio 1948 fu inaugurato di nuovo. Costruito sul disegno di Olindo Torcione il faro si presenta come una costruzione in muratura a forma di torre; alla base vi è una costruzione di due piani in cui sono rimessi gli alloggi per le famiglie dei due responsabili che permanentemente si occupano del faro, che tuttora è presidiato, e alcuni uffici amministrativi. Una scala a chiocciola di 307 scalini conduce alla sommità. Il promontorio su cui il faro è stato costruito vanta una delle più belle viste a strapiombo sul mare, in cui è possibile ammirare il panorama da Ortona al Gargano. È situato a circa 7 km a nord da Vasto ed è adiacente alla Riserva naturale punta Aderci. Accanto al faro c’è una piccola chiesa con porticato, dedicata a Santa Maria di Pennaluce, costruita nel Quattrocento e ricostruita in forma romanica nel 1887. Il faro e la Chiesa di S.Maria di Pennaluce hanno dato origine in passato a numerose leggende che le avvolgono di fascino e mistero. Si narra che la statua della Madonna della Penna, dopo esser stata trafugata da pirati turchi, fu ritrovata nel medesimo posto dove fu sottratta, mentre la nave dei pirati affondò. Nella seconda domenica di maggio viene celebrata una festa nella piccola Chiesa adiacente al faro, in cui si realizza una lunga processione di motopescherecci e barche.
Dei fari, al momento, si parla come strutture da recuperare per destinazioni assai diverse rispetto a quelle per cui sono stati edificati. Di questo scrive Giuseppe Catania, Presidente dell’Assostampa vastese dal 1980, che a proposito ci ha inviato una nota che, di seguito, pubblichiamo.
L’Agenzia del Demanio ha presentato, presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, il progetto Valore Paese-FARI, l’iniziativa che permetterà di sottrarre 11 fari italiani al degrado in cui versano ed avviarli a rigenerazione, contribuendo ad attivare le economie locali e a riconsegnare questi beni alla comunità. Obiettivo del progetto è valorizzare questi suggestivi beni partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, che sappia conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico. Lo strumento sarà la concessione (affitto) fino a 50 anni degli immobili a operatori che possano sviluppare un progetto turistico dall’elevato potenziale per i territori, in una logica di partenariato pubblico-privato, a beneficio di tutta la collettività. Presenti all’evento PierPaolo Baretta, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Roberta Pinotti, Ministro della Difesa, durante l’evento presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera a Roma, introdotto da Donatella Bianchi, madrina del progetto, giornalista Rai e presidente del WWF Italia.
“Da quando non esiste più la figura del guardiano del faro, i nostri beni stanno via via andando in degrado – ha spiegato in apertura dell’evento il Direttore Reggi – “dovere dello Stato, quindi, è quello di toglierli dal degrado e recuperarli, e avevamo due possibilità: investire con risorse pubbliche, oppure coinvolgere il privato, ed abbiamo scelto questa seconda strada. Ci aspettiamo, attraverso la consultazione online, di mettere a punto , grazie a questi suggerimenti, il bando finale. Dovremmo poi – aggiunge – tenere conto anche del parere del Ministero dei Beni Culturali perchè siamo di fronte a dei luoghi che vanno salvaguardati”.
Il portafoglio è composto da 11 fari di proprietà dello Stato, di cui quattro proposti dal Ministero della Difesa, e si trovano in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana. Si tratta del Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG). A questi si aggiungono quattro fari proposti dal Ministero della Difesa: il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso sull’isola del Giglio (GR), e il Faro di Capo Rizzuto (KR) e il Faro Formiche a Grosseto, sull’isolotto Formica Grande. Questi ultimi due immobili sono stati proposti dalla Difesa nel corso dell’evento di oggi e, a breve, entreranno a far parte della rete Fari e saranno anch’essi oggetto di una consultazione pubblica.
A partire da oggi, infatti, e per i prossimi due mesi, l’Agenzia avvia una consultazione online, che ha l’obiettivo di informare, raccogliere idee, proposte e suggerimenti, verificare l’interesse da parte del territorio e del mercato rispetto agli immobili individuati e alle idee sviluppate, al fine di definire il miglior percorso di valorizzazione in vista della successiva pubblicazione dei bandi di concessione. Alla consultazione potrà partecipare chiunque sia interessato ad offrire il proprio contributo e desideri instaurare un dialogo diretto sul progetto. Si partecipa compilando le form on-line, disponibili su questo sito nella pagina dedicata al Progetto Fari. I bandi di gara saranno pubblicati in autunno 2015 per concludersi ad inizio 2016. Saranno aggiudicati sulla base della miglior proposta, sia in termini di progetto imprenditoriale di recupero che di sostenibilità economico-finanziaria.
Eleonora Uselli