In occasione del millenario della fondazione dell’abbazia di San Barbato che era situata nell’omonima contrada di Pollutri, è possibile visitare la mostra “Le carte vaticane rievocano l’abbazia di San Barbato di Pollutri” che si terrà dal 29 luglio al 14 agosto nei pressi della chiesa di Santa Maria del Piano e venerare le reliquie del santo che rimarranno esposte nella chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore fino a sabato 1 agosto. Le spoglie del Santo sono state concesse dal santuario di Montevergine dove ne è collocata una parte, mentre l’altra si trova nel duomo di Napoli. Le reliquie sono arrivate nella chiesa del Santissimo Salvatore grazie all’interessamento dei monaci benedettini della Madonna dei Miracoli di Casalbordino. Nei giorni scorsi, in occasione di quest’evento, si è tenuta la celebrazione solenne e la processione per le strade della contrada di san Barbato. E’ stato realizzato anche un bassorilievo dal prof. Di Spalatro ed è prevista la ripubblicazione della cronaca di mons. Carusi, l’unica fonte sul monastero di Pollutri. Monsignor Carusi, pollutrese bibliotecario della Vaticana, ha rintracciato l’attestato di fondazione dell’abbazia e ha raccolto notizie sul santo. E’ grazie al suo lavoro di ricerca, effettuato nel 1916-1917, che è stato possibile allestire la mostra. Parlare di San Barbato significa tracciare un quadro della organizzazione della città di Benevento tra il VI-VII secolo, periodo che corrisponde alla dominazione longobarda sull’Italia. Il potere dei longobardi sulla penisola, per la Chiesa rappresentava la nuova sfida di convertire al Cristianesimo questo popolo e San Barbato contribuì a sostenere tale causa. Fu eletto vescovo di Benevento nel 664 e proprio per la sua magnifica opera episcopale che portò avanti dal 20 marzo 663 fino al 19 febbraio 683 (data della sua morte) fu detto l’ “apostolo del Sannio”: oltre a convertire i longobardi, che pur essendo stati battezzati continuavano ad adorare divinità pagane, riorganizzò le diocesi sia sul piano disciplinare sia su quello morale e culturale, guidando personalmente le chiese che risultavano prive di Pastori, come, probabilmente, quella di Telesia. Il monastero di San Barbato che si trovava a Pollutri è una testimonianza dell’impegno del santo nell’opera di conversione di questo popolo barbaro: fu costruito su un terreno donato dai coniugi Raineiro ed Engeltruda, che erano due longobardi.
Nausica Strever