L’odissea di un commerciante di San Salvo è iniziata nel 2007 quando ha assunto una giovane donna argentina che cercava lavoro. L’uomo sposato e con figli, dopo qualche tempo, si è innamorato della donna e ha iniziato con lei una relazione clandestina. La bella argentina, però, chiedeva continuamente soldi all’uomo per un presunto intervento chirurgico che avrebbe dovuto sostenere per guarire da una gravissima malattia. Dopo aver eseguito l’operazione, però, la donna continuava a chiedere soldi. Ancor più quando l’uomo ha manifestato la decisione d’interrompere la relazione; per il suo silenzio l’argentina pretendeva grosse cifre. Nel frattempo, la donna si è accorta di essere incinta, ma dopo la rottura con l’uomo, è scomparsa portando con sé il piccolo ed è stata rintracciata solo qualche mese fa. Il commerciante, 44 anni, è stato così costretto a chiedere al tribunale il riconoscimento della paternità perché la madre gli ha impedito di vedere il figlio. Venerdì pomeriggio, il commerciante ha vinto la prima battaglia legale contro la donna: il test del DNA lo ha riconosciuto come padre del piccolo ed è stato predisposto un provvedimento urgente per permettere il recupero del rapporto padre-figlio; la madre non potrà opporsi al ricongiungimento tra i due. Per Arnaldo Tascione e Davide Pellegrino, i legali che stanno assistendo il commerciante, è stata una grande soddisfazione riuscire ad ottenere questo primo successo. La strada per la fine dell’odissea del 44enne è ancora lunga; oltre alle procedure per il riconoscimento del figlio, infatti, è in corso anche il processo penale: l’uomo, infatti, deve essere risarcito per più di 50.000 euro spesi per le ritorsioni della donna.
Nausica Strever