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Desiati replica a Marra: “Il problema non è Parco sì, Parco no ma Parco come”

Dopo l’accusa circostanziale lanciata dall’assessore alle Aree protette Marco Marra nei confronti di Massimo Desiati, trovano la replica di quest’ultimo che per completezza d’informazione sui fatti citati da Marra quasi integralmente riportiamo.

“(…) L’ho già sentita questa storiella del ricorso dell’allora assessore regionale Desiati, alla Corte costituzionale, contro la legge istitutiva del Parco nazionale della Costa teatina. Si faccia raccontare correttamente, il caro Marco, la vicenda e non la distorca per screditare, tentando di comporre, con due bugie, una mezza verità. D’altronde, non può certo immaginare che sia un assessore a presentare qualsivoglia ricorso a nome di una Regione e, infatti, fu il Presidente Pace ad impugnare, nel 2001, quella legge e non certo per non far istituire il Parco. Questa la prima mezza bugia. Subito dopo la seconda, con la quale si afferma la mia contrarietà al Parco, salvo poi essere possibilista.

Il famigerato ricorso per legittimità costituzionale, presentato dalla Regione Abruzzo il 10 maggio 2001, non fu un ricorso contro il Parco ma per affermare il mancato rispetto della previsione legislativa nazionale che prevedeva (ed ancora prevede) l’intesa con la Regione e la tutela delle prerogative e delle attribuzioni regionali nella costituzione di un Parco nazionale. Il Parco nasce con questa atto di prepotenza! Altro che “Campagna di informazione e i tanti momenti di incontro e dibattito pubblico”!

In quando alla mia contrarietà nei confronti del Parco, capisco come l’ideologismo dell’assessore induca alla gelosia ma è appena il caso di ricordare che nel mio programma amministrativo 2011 il Parco della Costa teatina è individuato quale “importante opportunità in tema di offerta del territorio in chiave turistica”, derivandone una serie di previsioni per la tutela e la valorizzazione di quei luoghi di pregio. E’ appena il caso di ricordare che, da Assessore regionale, anche all’Ambiente, non solo creai, con legge, nuove riserve naturali in Abruzzo, ma curai che il sistema delle aree protette regionale avesse i finanziamenti più alti mai ottenuti per la loro promozione ed organizzazione. Marra queste cose fa finta di non saperle o, se gliele raccontano, si tappa le orecchie per non starci male.

Il problema è che Marra e la sua parte politica si sentono gli unti dal Signore quali gli unici titolari della protezione delle aree… protette. Le riserve naturali e i parchi sono patrimonio di tutti, di tutta la comunità umana e, quindi, anche vastese, e devono essere organizzati e gestiti in modo tale da educare al loro rispetto, esaltandone le caratteristiche naturalistiche per la migliore valorizzazione ambientalmente sostenibile.

Allora, ed è qui il fatto importante, si ponga la questione della perimetrazione e delle misure di salvaguardia del Parco nazionale della Costa teatina, oggi sollevato con forza dal Consiglio regionale d’Abruzzo e dall’Opposizione nel Consiglio comunale a Vasto, nei giusti termini. Il problema non è Parco sì, Parco no ma “PARCO COME”.

Oggi le difficoltà, e mi riferisco a Vasto perché questa è la città dove vivo, sono determinate proprio dal modo carbonaro con cui si è proceduto, anche in sede consiliare, tenendo le carte nascoste nei cassetti. Quali sono i concittadini che conoscono le norme di salvaguardia del Parco, quali quelli che conoscono la sua perimetrazione?! A chi l’amministrazione comunale ha spiegato cosa accadrà alla parte del territorio di Vasto urbanizzato?! Altro che clima di ostilità di principio! Si aprano le carte, le stesse che chi ha guardato ha contestato, anche in Consiglio regionale!

Basterebbe questo per chiedere le dimissioni di Marco Marra, per la sua insensibilità nei confronti di una popolazione ignara (il Referendum serve a FAR SAPERE tutto ciò si vuol tener nascosto), per la sua alterigia nel considerare se stesso padrone della natura e del territorio, a cui solo si aggiunge l’incapacità nel non essere stato in grado di garantire la gestione politica della sorveglianza nell’area della Riserva naturale di Punta d’Erce. (…)

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