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«Strangolata e uccisa in pochi secondi»

Daniela Marchi, 53 anni è morta in pochi secondi. Probabilmente non ha avuto il tempo di capire che cosa le stesse accadendo. Daniela non si è accorta che la sua vita era finita. A stabilirlo sono i risultati dell’autopsia depositata dal medico legalePietro Falco. La donna, originaria di Roma ma da anni residente a Vasto, venne uccisa la sera dell’8 marzo dal compagnoJoseph Martella con un cavo elettrico. L’uomo, che da quella sera è sotto choc, è in carcere per omicidio volontario. Il movente resta un mistero. Martella non parla. La perizia ha confermato quanto aveva già ipotizzato subito dopo il delitto il medico legale.

LA PERIZIA. L’esame depositato la scorsa settimana in procura, ha confermato la morte di Daniela Marchi per asfissia meccanica. La donna, bloccata alla schiena, non è riuscita a divincolarsi. È morta in pochi secondi. Sotto le unghie non sono stati trovati frammenti di pelle, capelli o filamenti di tessuti. Sul suo corpo non sono state individuate ecchimosi o segni, il che escluderebbe una colluttazione o comunque il tentativo della vittima di difendersi e divincolarsi. L’unica tumefazione è stata trovata sulla gola. Segno che il cappio è stato stretto da dietro e in modo rapido e violento. Un impeto d’ira. Una rabbia cieca e irrazionale che per qualche secondo ha oscurato la mente dell’uomo. Un raptus che esclude la premeditazione. Probabilmente neppure Martella ha capito quello che stava facendo. Nella casa in cui la coppia abitava alla Marina e sequestrata su ordine della magistratura, la polizia scientifica ha raccolto il maggior numero di elementi per fare piena luce sul movente del delitto. L’ipotesi dell’omicidio volontario per impeto d’ira ipotizzata dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani è confermata dai risultati dell’esame autoptico.

I DIFENSORI DI MARTELLA. Gli avvocati Alessandro Orlando eMassimiliano Baccalà sembrano decisi a questo punto a richiedere una perizia medico-psichiatrica sul loro assistito per dimostrare il black out mentale che ha stravolto la mente dell’omicida. La ricostruzione del delitto fatta dalla polizia supporta i risultati peritali. «Quando siamo arrivati sul posto, il corpo di Daniela Marchi era supino. Alle spalle della donna un mobiletto. Accanto un altro mobile. Lei era appena uscita dalla cucina e in quello spazio angusto ha potutomuoversi pochissimo», raccontò subito dopo l’omicidio il vicequestore Alessandro Di Blasio. Daniela forse quella terribile sera ha detto qualcosa che ha sconvolto il compagno. Ma che cosa abbia detto o fatto la vittima resta un mistero.

Paola Calvano (il centro)

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