Ieri si è celebrata la festa di San Nicola a Scerni: la statua del santo era esposta in trionfo in piazza Ranalli, dove sono state benedette le trecce votive, un dolce a base di pasta di maritozzo aromatizzata all’anice. Anticamente, durante questa festa, le donne portavano sulla testa grandi ceste piene di trecce votive che poi distribuivano ai presenti lanciandole o allestendo una specie di riffa. Oggi, le trecce vengono offerte ai fedeli dopo la benedizione e la Santa Messa, che si è tiene all’aperto, in piazza Ranalli, vicino all’altare del Santo,alle 20.00 di sera. Successivamente, si è svolta la processione che è caratteristica perché durante tutto il percorso dalla piazza fino alla chiesa di San Panfilo, che riproduce simbolicamente il tragitto delle esequie di San Nicola da Mira a Bari, si lanciano di tanto in tanto fuochi d’artificio per rendere omaggio al Santo. Tale pratica oggi è affidata ad artificieri esperti, ma un tempo le famiglie scernesi dai balconi che si affacciavano sul corso, lanciavano bengala e girandole al passaggio della statua del santo. S’innescava una vera e propria gara tra le famiglie a chi riuscisse a rendere più omaggio al santo con questi fuochi casalinghi. Anche a Scerni, come a Pollutri, la tradizione del culto di San Nicola deriva dalla devozione del Santo che si è radicata a Bari grazie al trasporto delle reliquie da Mira a Bari da parte di 62 marinai baresi: le spoglie giunsero nella città pugliese il 9 maggio 1087.
Nausica Strever