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Pozzi nel mare vastese, il PD locale replica alle accuse di Mauro Febbo

Dopo che la Commissione VIA-AIA nazionale aveva rilasciato parere positivo e i ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali avevano apposto la propria firma in calce al Decreto di compatibilità ambientale del progetto di realizzazione di quattro nuovi pozzi estrattivi di fronte la costa vastese (la piattaforma Rospo Mare della Edison) era stato il presidente della Commissione Vigilanza della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, a lanciare pesanti accuse contro il PD locale e nazionale, arrivando ad affermare “Il Partito democratico con la sua filiera ha consegnato “chiavi in mano” ai petrolieri e società di perforazioni il patrimonio ambientale della Costa teatina e si sta cercando di illudere i cittadini, le attività economiche e i portatori di interesse con la costituzione del Parco della Costa teatina che oggi non è altro una presa in giro e quanto mai Ente inutile visto che ormai siamo destinati ad avere un mare adriatico pieno di insediamenti per estrazioni di ogni genere.

A quelle parole ha voluto rispondere oggi la segreteria cittadina dei democrat con una nota a firma del segretario Antonio del Casale, documento nel quale è scritto: “L’ex assessore regionale Mauro Febbo, ancora una volta si schiera contro la città di Vasto e contro la realizzazione del Parco della Costa teatina. Infatti, nei suoi 5 anni e mezzo di assessorato ha fatto di tutto per ostacolare l’iter burocratico per la definizione della perimetrazione del Parco. E’ utile ricordare come anche il Ministero dell’Ambiente, abbia più volte sollecitato l’allora assessore Febbo, da ultimo con nota del 28 marzo 2013, a superare gli ostacoli”.

Il PD locale rivendica come “il Comune di Vasto è stata la prima amministrazione a proporre la perimetrazione del Parco nel suo territorio comunale”, aggiungendo che “in più occasioni, il Pd di Vasto e l’Amministrazione comunale, hanno ribadito il no alle trivellazioni nel mare Adriatico; infatti il Comune ha sostenuto azioni giudiziarie sia da solo che con altri comuni e Ministero dell’Ambiente per bloccare i tanti provvedimenti amministrativi per la petrolizzazione, consapevole che solo l’Istituzione del Parco avrebbe potuto scongiurare tali azioni ad opera delle compagnie petrolifere”.

“Il tentativo di voler speculare su questo importante tema – la controaccusa di Del Casale e C. – viene confermato dal fatto che solo alcuni giorni fa in Consiglio regionale tutto il centro destra, compreso Mauro Febbo, hanno abbandonato l’aula per non partecipare alla votazione che rimarcava il si al Parco Nazionale della Costa Teatina e no a Ombrina”.

“Il Partito Democratico locale e regionale – recita ancor ala nota – continuerà la sua lotta contro la petrolizzazione della nostra costa, così come il Comune di Vasto, nel rivendicare la sede del Parco, insisterà nella sua lotta in tutte le sedi preposte impugnando ogni azione che danneggia la naturale vocazione turistica del nostro territorio”.

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