Un finanziamento di 370mila euro per la messa in sicurezza della Loggia Amblingh, la suggestiva e panoramica passeggiata che costeggia il costone orientale della città a rischio frane. Il contributo è stato assegnato dalla Regione al Comune affinchè intervenga con le necessarie opere di consolidamento in una delle zone più belle, ma anche più vulnerabili dal punto di vista del dissesto idrogeologico, un problema che riguarda anche altre aree della città. È il caso di via Tre Segni, dove nel 2013 una palma è stata completamente risucchiata dopo il cedimento di una porzione di terreno vicino alla villa comunale, via San Michele, via Madonna delle Grazie, via Adriatica, via Magnacervo, Fosso Anghella, Sant’Antonio Abate e la collina di Montevecchio che degrada verso il mare. Tutte zone la cui fragilità è nota.
«I fondi stanziati dalla Regione per la Loggia Ambling rappresentano un altro importante passo per la messa in sicurezza del territorio e per la tutela del patrimonio artistico e culturale cittadino», commenta il sindaco Luciano Lapenna, «ringrazio il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per aver fatto seguito agli impegni presi per la tutela del nostro territorio e per la celerità di risposta alle richieste a lui rivolte. Ho convocato il settore lavori pubblici del Comune al fine di approvare già da subito il progetto definitivo e dare inizio ai lavori. Il dissesto idrogeologico è una mia priorità amministrativa e questo finanziamento è un ulteriore tassello per la difesa e la tutela del territorio», conclude il primo cittadino.
Ma l’allarme frane non cessa. «Il crollo di una parte del giardino di Palazzo D’Avalos conferma che la situazione è grave e che lo storico edificio è fortemente a rischio se non si interviene immediatamente», afferma Ivo Menna, ambientalista storico e coordinatore regionale Ona (Osservatorio nazionale amianto), «per non parlare di via Adriatica dove sono ben visibili i vistosi cedimenti dei cordoli dei marciapiedi. Consiglierei all’amministrazione comunale, che da due anni ha chiuso l’ingresso della scalinata, di alleggerire quel tratto smantellando la pesantissima massicciata di scale di marmo di Trani e di sostituirla con una scalinata di legno. Da 60 anni conosciamo la fragilità idrogeologica della zona di via Adriatica, dopo la rovinosa frana del 1956, ma pochissima prevenzione è stata fatta nel concreto», insiste Menna.
Intanto il presidente della Commissione di studio sul dissesto idrogelogico, Corrado Sabatini, fa sapere che il Genio civile ha indetto l’appalto per il consolidamento del muraglione di Palazzo D’Avalos crollato il 24 gennaio scorso. Le buste con le offerte verranno aperte fra una decina di giorni.
Anna Bontempo (ilcentro)