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Anche i bambini nel bar durante la sparatoria

Chi ha sparato a Fasli Faslia dice di averlo fatto per legittima difesa e per evitare che dei bambini potessero essere coinvolti o, peggio, feriti. Nessuna delle persone arrestate ha tentato di uccidere Fasli Faslia, 32 anni. Sostanzialmente è questa la versione fornita dai tre albanesi finiti in carcere dopo la sparatoria davanti al bar Evelin di contrada Stazione. Lo hanno spiegato ieri mattina al gip Caterina Salusti nel corso dell’udienza di convalida degli arresti. Clirim Tafili, 46 anni, e Lulzim Bimi, 28 anni, sono accusati di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Elvin Tafili, 40 anni solo di porto abusivo di arma.

L’INTERROGATORIO IN CARCERE E LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI. Hanno parlato a lungo i tre uomini di origine albanese che avrebbero preso parte martedì sera alla sparatoria davanti al bar Evelin. Lo hanno fatto in modo esaustivo raccontando al magistrato quanto è accaduto quella sera. All’ora di cena i fratelli Tafili e gli amici hanno raggiunto il bar per assistere insieme ai figli alla partita di Champions della Juventus.Qualche minuto dopo le 22 è arrivato Faslia. Pare sia stato lui a sparare per primo senza colpire nessuno. A seguire sono stati sparati altri colpi. Tre hanno ferito Faslia ad un piede e alla gamba. Chi ha sparato a Faslia? L’imprenditore Clirim Tafili ha ribadito di non aver premuto il grilletto e per dimostrarlo ha chiesto la prova dello Stub. Gli stessi carabinieri hanno escluso che a sparare possa essere stato Elvin Tafili. A ferire Falsia Fasli allora sarebbe stato Lulzim Bimi. Anche lui però nega. «È incensurato, non ha mai fatto male ad alcuno», afferma l’avvocato Alessandro Orlando, difensore degli indagati insieme a Giovanni e Antonello Cerella. I legali hanno prodotto una ricca documentazione fotografica che dimostrerebbe che quella sera Tafili, parenti e amici erano riuniti al bar per assistere all’incontro di calcio della squadra del cuore. Il clima era festoso. Chi ha sparato a Faslia lo ha fatto per scoraggiarlo, farlo desistere o renderlo innocuo e proteggere i bambini. Una versione che, a detta dei difensori, è supportata dalla traiettoria dei proiettili che hanno colpito e ferito Faslia. Se i rivali avessero voluto uccidere Faslia avrebbero mirato più in alto, non ai piedi. I difensori dei Tafili e di Bimi dopo la convalida degli arresti hanno chiesto la remissione in libertà dei loro assistiti o in subordine gli arresti domiciliari. Il magistrato si è riservato di decidere.

IL FERITO GUARDATO A VISTA IN OSPEDALE. A difendere Faslia Fasli, ancora ricoverato in ospedale, sono gli avvocati Monica Nanni e Luigi Stampone. Anche Faslia ieri mattina è stato interrogato dal Gip. È lui la figura chiave e il custode del movente della sparatoria. Gli investigatori pensano che abbia raggiunto il bar Evelin per vendicarsi di un torto subito. Per permettere l’interrogatorio i medici hanno rinviato l’intervento chirurgico già programmato per venerdì mattina. I chirurghi devono estrarre i proiettili dalla gamba dell’uomo. Lo faranno domani. Rinviare l’intervento è stato inutile. Fasli si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo arresto è stato convalidato. Anche lui è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Resta agli arresti anche se è in ospedale. È piantonato dai carabinieri.

LE INDAGINI. Il silenzio di Faslia spinge i carabinieri a proseguire le indagini in corso da quasi una settimana. I militari continuano a scavare nella vita dei protagonisti della drammatica sequenza e soprattutto nella vita di Fasli Faslia. Che cosa o chi ha armato la sua mano? Voleva vendicare se stesso o qualcun altro a lui molto caro? E ancora: come e dove i protagonisti della sparatoria si sono procurati le pistole Beretta calibro 9 e per quale motivo giravano armati? Da chi dovevano difendersi è perché? E sono molti altri ancora gli interrogativi ai quali i carabinieri della compagnia di Vasto, del comando provinciale e della caserma di San Salvo sperano di poter dare presto una risposta.

Paola Calvano (il centro)

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