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Castaldi (M5S) ha parlato delle criticità della Casa lavoro di Torre Sinello in Senato

La difficile situazione della Casa circondariale di Torre Sinello, sfociata nello stato di agitazione della Polizia Penitenziaria del 16 marzo scorso è approdata ieri in Senato grazie all’intervento del senatore del Movimento 5 Stelle Gianluca Castaldi, il quale si è recato nello scorso settembre nel carcere in compagnia del consigliere regionale Pietro Smargiassi.

“Ho potuto verificare con i miei occhi – ha detto Castaldi a Palazzo Madama – le criticità che affliggono la struttura. La più evidente e paradossale è proprio la mancanza di lavoro: si tratta di una casa lavoro soltanto di nome, perché di fatto il lavoro non esiste e quindi non esiste il percorso di riabilitazione per reintegrare gli internati nella società”.

Come ben noto al centro della querelle tra agenti penitenziari e amministrazione della Casa circondariale anche i progetti previsti per la struttura, questione in merito alla quale Castaldi ha ricordato che “Per il personale del carcere di Vasto, perché di carcere si tratta, di lavoro ce n’è invece pure troppo. Attualmente sono in servizio 105 unità della Polizia penitenziaria, mentre la stessa Amministrazione ha fissato a 125 unità l’organico minimo necessario. Teniamo inoltre presente che, fra detenuti e internati, la cosiddetta Casa Lavoro di Vasto è cronicamente affollata oltre il limite della sua capienza.

Nonostante questo, invece di assumere nuovi dipendenti e far finalmente partire opportunità di lavoro per gli internati dopo due anni di ozio, l’Amministrazione penitenziaria vuole aprire una nuova sezione circondariale, ma senza alcuna integrazione di personale. Una nuova sezione che, secondo una recente ispezione del D.A.P., richiederebbe almeno 15 unità aggiuntive.

Si tratta quindi di pretendere da 105 persone di lavorare come se fossero 140. Fra l’altro non parliamo di giovanotti: non c’è ricambio da tempo, l’età media degli agenti è piuttosto alta e possiamo solo immaginare quanto sia logorante, nel corso degli anni, un lavoro di responsabilità a contatto quotidiano con persone fortemente disagiate, spesso con problemi di salute sia fisica che psicologica.

Di fronte al precipitare di una situazione già compromessa in partenza, le Organizzazioni Sindacali di categoria hanno scritto una lettera indirizzata a vari destinatari, fra cui anche il sottoscritto, dichiarando lo stato di agitazione e la possibilità di forme di protesta più eclatanti.

Mi sono quindi sentito in dovere di far presente il problema a quest’Aula e di sottolineare che non si tratta di un caso isolato, ma della norma nel nostro Paese”.

Da qui un affondo diretto al presidente del Consiglio e alle scelte del governo in materia di pubblica sicurezza, non ultimo quanto preannunciato dal ministro Madia sulla soppressione del Corpo forestale.
“Le nostre forze dell’ordine – attacca il senatore grillino vastese – sono state abbandonate e umiliate dal governo Renzi e dai suoi predecessori: quando il presidente del Consiglio sostiene che cinque forze di polizia sono troppe e parla di fusioni per risparmiare ed evitare sprechi, dimentica di dire che nessuno in Europa spende meno di noi in politiche di sicurezza: in proporzione al Pil, la Spagna investe dieci volte tanto, Francia e Germania quindici volte.

Quindi permettetemi di concludere con una domanda ‘populista’: perché in Italia non ci sono soldi per assumere qualche agente penitenziario in più, mentre ci sono soldi in abbondanza per pagare vitalizi ai politici condannati per mafia e corruzione?”

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