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Palazzo d’Avalos, nessun monitoraggio.

“Nessun monitoraggio per Palazzo d’Avalos. Il Presidente della Commissione di studio che dovrebbe interessarsi alle vicende di Palazzo d’Avalos, Corrado Sabatini, giorni fa, ha dichiarato: “Le lesioni sono state sottoposte ad attento monitoraggio (…) dunque evitiamo un inutile quanto ingiustificato allarmismo”. Questo non è vero!”: questo l’incipit di una nota con la quale i consiglieri di opposizione Massimo Desiati, Etelwardo Sigismondi, Davide D’Alessandro, Nicola Del Prete e Andrea Bischia tornano a puntare il dito contro la Commissione per lo studio del dissesto idrogeologico e, soprattutto, contro il presidente dell’istituzione, Corrado Sabatini.

Nella ricostruzione dei cinque consiglieri, “la struttura non è mai stata sottoposta ad alcun monitoraggio. Vero è che, il 20 febbraio del 2012, la ditta TE.MA.CO srl di San Salvo, a seguito di richiesta del Comune di Vasto, inoltrò, a quest’ultimo, preventivo di spesa per l’esecuzione di attività di monitoraggio soltanto su di un muro di Palazzo d’Avalos. Ma, successivamente, la ditta non ricevette alcun incarico per effettuare le dovute azioni, nonostante le ritenesse necessarie”.

“Ancor oggi – denunciano Desiati e C. – a distanza di due mesi dal crollo del muro di contenimento dei Giardini attigui la struttura, non è iniziata alcuna attività di monitoraggio. Vale la pena ricordare che tali operazioni vengono svolte in un determinato arco temporale, utilizzando strumentazioni geotecniche: estensimetri, fessurimetri, inclinometri (nel caso si volesse verificare il terreno adiacente) ecc. e non… spannometricamente, come forse vorrebbe fare Corrado Sabatini e l’amministrazione anche da lui sorretta”.

Per Desiati, Sigismondi, D’Alessandro, Bischia e Del Prete “Palazzo d’Avalos non soltanto di un monitoraggio “tecnico” avrebbe bisogno bensì, anche a seguito del nostro sopralluogo effettuato il 23 febbraio e della successiva nostra Relazione, riteniamo necessiterebbe di una vera e propria “analisi strutturale”, l’unica in grado di verificare l’effettivo stato dell’edificio monumentale, interessato da fenomeni di autocompressione che potrebbero, col tempo, condurre a gravi conseguenze”.

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