È una riflessione accorata quella che il senatore vastese Gianluca Castaldi riserva ai sindaci abruzzesi sui tagli che dovranno subire grazie alla nuova Legge di Stabilità. Il portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato torna a denunciare quanto già detto anche a livello locale ad esempio dal sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca o dall’assessore al Bilancio del comune di Scerni Daniele Carlucci, ovvero che gli enti locali stanno diventando i gabellieri dello Stato che taglia i trasferimenti costringendo poi questi ad imporre o alzare le tasse. Ecco la riflessione di Castaldi, al quale è difficile non dare ragione.
“La settimana scorsa il M5S ha presentato alla Camera una mozione per impegnare il governo Renzi a fare marcia indietro sui tagli per gli enti locali, fissati nella legge di stabilità per l’anno 2015.
Con il classico gioco delle tre carte, Renzi vuole illudere gli italiani di aver abbassato le tasse a livello nazionale: in realtà a fare le spese di questo gioco di prestigio sono le Regioni e i Comuni, costretti a ridurre i servizi e ad aumentare tasse e imposte locali.
Non si tratta di una novità, visto che Renzi si sta muovendo nel solco tracciato dai precedenti governi centrali, abituati a sfruttare gli enti locali come un bancomat per far quadrare i conti: ma oggi siamo arrivati al limite della sostenibilità per i cittadini.
Lo smantellamento del Welfare non può essere sdoganato e fatto passare come un giusto e opportuno taglio degli sprechi. Ridurre all’osso la spesa pubblica significa non soltanto complicare la vita dei cittadini, ma addirittura metterla a rischio.
Non basta digitare su Twitter l’hashtag #labuonascuola per rendere magicamente più sicure le scuole: servono risorse economiche sufficienti, se non vogliamo più vedere i soffitti crollare in testa ai nostri ragazzi, come avvenuto di recente a Pescara.
Per fare un altro esempio ancora più significativo in tal senso, dal 2000 a oggi sono già stati tagliati 71.000 posti letto negli ospedali italiani: in pratica, uno su quattro è sparito. Nonostante questo, il governo Renzi continua a forzare la mano e costringerà le Regioni a eliminare altri 3.000 posti letto. Una Sanità così barbaramente mutilata è una condanna a morte per i cittadini.
Il mio invito ai Sindaci abruzzesi è quindi tanto semplice quanto urgente: non chinate il capo per “disciplina di partito” o per ambizioni personali (speranze fra l’altro vane, con la nuova legge elettorale il Parlamento sarà blindato e accessibile soltanto a chi è già stato nominato!), non umiliate l’istituzione da voi rappresentata e non degradatevi da sindaci ad agenti di riscossione per conto dell’Agenzia Tagli Renzi.
Alzate la testa e fate sentire almeno qualche voce fuori dal coro. Sono stati i cittadini a eleggervi Sindaci, è a loro che dovete la vostra lealtà e la vostra fedeltà: non ai capi di partito”.