Ha sete, tanta sete. Entra in un supermercato, prende una bibita del costo di euro 1,29 e se la tracanna. Ma le telecamere di sorveglianza del supermercato registrano tutto e segnalano l’accaduto alle Forze dell’Ordine. E così, per Youssef M., un marocchino di 38 anni, inizia una vicenda giudiziaria che durerà ben sei anni. Processo di primo grado a Mondovì (Cuneo) dove viene condannato a due mesi di reclusione. Siamo nell’anno 2009. Gli avvocati della difesa non condividono la sentenza di condanna, la impugnano e presentano appello. L’altro ieri, dopo sei anni e parecchie udienze, la Corte d’Appello di Torino ha accolto la tesi difensiva dei legali dell’imputato ed ha assolto il marocchino Youssef con una sentenza di non luogo a procedere. Per potere bere, Youssef aveva strappato la linguetta della lattina. E la linguetta, a differenza di quanto sostenuto dal Tribunale di primo grado, non è un “sigillo”. Per cui, ha sentenziato la Corte d’Appello di Torino, trattasi di un tentato furto e non si può celebrare il processo per mancanza di querela. Sei anni di processo per una bibita che costava euro 1 e 29 centesimi.