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Nota sulla… pace nel centrodestra

Anch’io ho rimproverato più volte a Desiati, senza minacciarlo di morte, il mancato apparentamento con Della Porta al ballottaggio del 2011, ma bisogna riconoscere, con onestà e amor di verità, che la candidatura di Mario venne fatta da alcuni partiti (o da chi li gestiva) per contrastare, dunque in netta opposizione, quella di Massimo e, ciò che più conta, per sfasciare il centrodestra (altro che tavoli della pace!) e garantire la seconda vittoria consecutiva a Lapenna. Perché? Perché a Vasto, da tanti anni, impera l’inciucio, il consociativismo della peggior specie. Quante volte Lapenna è stato salvato e da chi nell’ultimo anno del primo mandato? Chiedetelo agli ex consiglieri. Qualcuno c’è ancora. Lapenna era partito 22 a 8 per finire 15 a 15, senza mai cadere. Chi lo ha retto, Gesù Bambino?

Antonio Monteodorisio
Antonio Monteodorisio

No. L’ha retto chi voleva la pax, la pax vera, quella che tutto addormenta e tutti garantisce. Smettetela di prendere in giro i cittadini con centrosinistra e centrodestra e con l’opposizione costruttiva! L’inciucio è costruttivo! Non ci facciamo insegnare come si fa politica dalla coppia Giangiacomo-Monteodorisio, astenuta sul documento Lapenna che regala il Mercato di Santa Chiara a un privato mettendogli in tasca anche 20 mila euro annui. Chi ha candidato e votato Della Porta al primo turno, ha votato Lapenna al secondo. Lapenna non è stato votato da Desiati, ma da altri. Queste cose il buon Giangiacomo le conosce molto bene. Fa il furbetto, usa peripezie linguistiche, scrive troppo e male in un comunicato noioso e tedioso, mostra difficoltà con la lingua italiana e con la francese (J’accuse, non Je accuse!) e, soprattutto, evita di rivolgere una sola critica che sia una all’Amministrazione Lapenna, ma noi non abbiamo l’anello né al naso né all’orecchio.

A Vasto ci sono equilibri da mantenere, rendite di posizione da sostenere, interessi da salvaguardare, quote di potere da spartire. Ivo Menna parla da anni di verminaio affaristico. Non l’hanno neppure querelato. Forse perché, se querelato, potrebbe dimostrarlo? Questa è una città dove abbondano i chiacchieroni, i vigliacconi, i falsocchi, i mitomani, i disturbati mentali, quelli che predicano la pace e preparano la guerra, quelli con il rosario in mano e il pugnale dietro la schiena. Un’altra primavera chissà quando verrà, ma quella del 2016 potrebbe davvero segnare una svolta. Dipende dai cittadini vastesi. Dipende da loro, una volta per tutte, far saltare il tappo, far esplodere un sistema di commistioni, di accordi sopra e sotto il banco. Dipende da loro mandare a casa, per dirla con Pannella, i ladri di verità. Di qua e di là. A patto che ci sia ancora un qua e un là.

Davide D’Alessandro
Consigliere comunale indipendente

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