A un anno esatto dalla proroga concessa dalla Giunta regionale, nulla è dato sapere sul destino di un avviso pubblico per la concessione di contributi “a fondo perduto” per l’attività turistica. Lasciando così nel cassetto una dote di ben 14 milioni di euro, necessari come il pane al rilancio dell’offerta turistica regionale, e centinaia e centinaia di operatori in attesa.
A denunciarlo è la Cna Abruzzo, secondo cui «restano misteriose le ragioni per cui, a tutt’oggi, non sia possibile conoscere la graduatoria delle imprese beneficiarie», nonostante la robusta dote finanziaria prevista grazie ai fondi “PAR FSC ABRUZZO 2007-2013 – Obiettivo 1.3 – Linea di Azione 1.3.1.b “Aumentare la competitività della destinazione favorendo la cooperazione e le reti di aggregazione settoriale territoriale di soggetti privati e/o pubblico-privati dell’offerta”).
Una boccata d’ossigeno attesa con grande interesse dagli operatori del settore, tanto più in ragione delle maglie decisamente “larghe” previste dal bando – contributi fino a un massimo di 50mila euro per intervento, e dunque destinati a una vastissima platea – e il bouquet pure quello larghissimo di azioni ammesse a finanziamento. Tra le quali, pescando qua e là nel bando, figurano interventi per la montagna invernale ed estiva, l’ecoturismo, la didattica naturalistica e il turismo culturale, quello religioso e quello enogastronomico, fino al diportismo nautico.
Il 20 gennaio del 2014 era stata la Giunta Chiodi a prorogare, con la delibera numero 29, i termini di scadenza dell’avviso: in quel caso, il vecchio governo regionale aveva fissato come termine ultimo, per la presentazione delle domande, il successivo 17 febbraio. Ma da allora sul bando e sulla sua dotazione milionaria è calato il silenzio assoluto. A detta della Cna, oltretutto, una volta pubblicato il bando, ci sarà da aspettare anche per l’effettiva erogazione delle risorse, allungando così ulteriormente l’attesa: «In questo senso, chiediamo al presidente D’Alfonso, che ha fatto dell’accelerazione delle procedure dei bandi una delle ragioni del suo mandato, di operare per uno sblocco rapidissimo di quelle risorse».