Spiegare a chi non è addetto ai lavori cosa sia una misura di sicurezza non è semplice; che non è una condanna, ma che si trascorre in carcere, è ancora più arduo. Quando poi si dovesse avere il tempo per arrivare a spiegare che è un residuo di uno dei pensieri giuridici in voga nei primi anni dell’altro secolo, si rischia l’incredulità dell’ascoltatore. Ma spiegare anche che un Casa di Lavoro debba funzionare senza lavoro, o almeno con poche e risicate possibilità di occupazione per gli internati, è la conferma surreale del paradosso.
Non mancano comunque le iniziative per sanare o attenuare questa evidente anomalia: è avviato un progetto per l’allestimento di una pensione per cani, finanziato dalla Cassa delle Ammende; ed è in via di concretizzazione l’ampliamento dell’azienda agricola grazie anche alla disponibilità del C.d.A. della fondazione Genova Rulli. Ancora lunghi invece i tempi per l’avvio della sartoria industriale, a causa delle difficoltà dovute alla conversione del capannone- magazzino in locale per laboratori industriali. E per socializzare e per far conoscere tali argomenti ad un opinione pubblica nuova a tali questioni, ed alle espressioni sociali cittadine della cultura, della produzione, alle agenzie formative ed alle autorità, perché è ancora recente la collocazione della Casa Lavoro nel territorio vastese, sabato prossimo 31. gennaio alle ore 13, si terrà il Secondo Pranzo della Solidarietà con gli internati di Torre Sinello.
La Caritas diocesana, con il suo Direttore Don Gianfranco Travaglini, e la Comunità di Sant’Egidio, con il portavoce del gruppo Carcere Fabio Gui, anche quest’anno saranno sponsor dell’iniziativa. Il noto cabarettista abruzzese Germano D’Aurelio, in arte ‘Nduccio, ha dato la propria adesione alla manifestazione, testimoniando ancora una volta la sua sensibilità alle tematiche di interesse sociale.