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Crisi comparto olivicolo: D’Amico scrive a Pepe, ma per Febbo ignora la questione

UlivetoLa questione della crisi del settore olivicolo alle prese con uno dei momenti peggiori del dopoguerra con un calo produttivo di olive, e conseguente di olio, che ha raggiunto punte anche oltre il -40 per cento, continua ad agitare la politica abruzzese. Dopo che anche un componente la maggioranza all’Emiciclo, Mario Olivieri, aveva espresso perplessità in merito all’esclusione di tutte le imprese teatine del settore dagli aiuti regionali, Camillo D’Amico a nome della Copagri ha inviato una lettera all’assessore regionale alle Politiche agricole Dino Pepe arriva quasi a giustificare tale scelta.

“La delibera di giunta numero 870 adottata dal governo regionale lo scorso 23/12/2014 – scrive il vice presidente vicario di Copagri – ha dato una risposta alla gravissima crisi palesatasi nel comparto olivicolo ed oleario nell’annata agraria passata.

E’ stata una risposta che potrà avere qualche risultato concreto solamente se ci saranno disponibilità finanziarie nell’ambito del Fondo Nazionale di Solidarietà presso il Ministero delle Politiche Agricole con il pericolo che i beneficiari saranno pochi e l’elargizione delle risorse a rimborso insufficienti e tardivi.

Il meccanismo complesso per la determinazione della stima dei danni ha poi fatto sì che il numero di potenziali aventi diritto si è ridotto ulteriormente.

Ovviamente il comparto olivicolo è stato quello decisamente il più danneggiato ma, la Politica e le Istituzioni hanno il dovere di guardare avanti e non girarsi sempre e comunque dietro; ancora una volta, caro Assessore, torniamo a sollecitarLa ad intraprendere una decisa azione tesa ad aggregare e semplificare perché solo unendo e concentrando le produzioni sarà poi possibile sviluppare incisive politiche di tutela, sostegno e promozione.

Il comparto vitivinicolo è quello dove questo è necessario e non più rinviabile ma anche in quello olivicolo è più urgente che mai; a nostro avviso vanno superate le tre Denominazioni di Origine Protette (D.O.P.) oggi presenti nella nostra regione (“Colline Teatine” a Chieti, “Aprutino Pescarese” a Pescara e “Colline Petruziane” a Teramo) per crearne una nuova che abbraccia l’intero territorio con un disciplinare snello ed efficace che favorisca l’adesione di molte aziende olivicole e la successiva possibilità di poter godere anche dei finanziamenti ivi previsti nella nuova P.A.C. 2014/2020 per le aziende che vi aderiranno

E’ una necessità di cui la Copagri da tempo si è fatta latore verso la quale aspettiamo una risposta al riguardo ormai non più rinviabile.

Il tempo utile per tentare di avviare in concreto un lavoro di questo tipo è adesso prima che verrà approvato il complesso delle proposte contenute nel psr Abruzzo 2014/2020 attualmente all’esame degli uffici comunitari”.

Un intervento quello di D’Amico che trova un puntuale affondo dall’ex assessore regionale alle Politiche agricole ed attuale Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, che sulla lettera dice: “Il “compagno” di partito dell’Assessore Pepe, che ha più divise tra cui quella di sindacalista agricolo, indossata per l’occasione, palesa con i suoi ragionamenti una totale ignoranza sull’argomento, in quanto ignora completamente i termini della questione e del meccanismo per la determinazione della stima dei danni. Questo perché non ha letto né la Delibera di Giunta del 23 dicembre per la richiesta dello stato di calamità, né il comunicato inviato ieri dal sottoscritto e dal Capogruppo Sospiri al termine della conferenza stampa tenuta a Pescara. Nel corso dell’incontro con la stampa – conclude Febbo – abbiamo voluto sottolineare come i Sipa provinciali abbiano usato metri di valutazioni diversi l’uno dall’altro per arrivare ad attestare il danno aziendale, superiore al 30%, per poter far scattare il riconoscimento. Un lavoro che riteniamo assolutamente inadeguato in quanto sbagliato in partenza: i Sipa provinciali dovevano essere attivati in maniera completamente diversa e i conteggi andavano fatti Comune per Comune. Credo che il compagno D’Amico dovrà spiegare ai suoi associati dei ben 104 Comuni della provincia di Chieti (di cui tra l’altro è stato consigliere provinciale !!!!) come mai nessuno è rientrato nell’elenco proposto dal suo collega di Partito. Chiaramente sarà mia premura far girare nel mondo agricolo il suo comunicato”.

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