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In Abruzzo castelli di pregio fatiscenti

Paolo Leonzio
Paolo Leonzio

Molti sono i castelli di pregio disseminati nel territorio abruzzese eppure alcuni di essi versano in incredibili situazioni di fatiscenza per i quali sono stati pur previsti interventi di recupero e consolidamento, mai definiti, come è emerso dalla attività di osservazione di 250 volontari dell’associazione Ambiente Sport e Cultura e di ARCI Caccia – Vigilanza ambientale ed ittica.

“Ancor oggi – scrive in una nota Paolo Leonzio – essi si presentano ingabbiati da transenne ed impalcature posizionate oramai da moltissimi anni, senza che i veri lavori siano stati mai iniziati o portati a termine. Prova ne sia che le tabelle che annunciano i lavori ed il finanziamento dedicato, lì posizionate, riportano le somme stanziate addirittura in Lire.

Per raggiungere i tanti piccoli centri abruzzesi, sul cui territorio insistono tali realtà architettoniche, si è costretti, poi, ad affrontare vere gincane, tra strade dissestate o interrotte. Arterie di comunicazione troppo spesso dimenticate dalla Regione o dalle Province. Le bellezze abruzzesi non vengono così affatto valorizzate e non viene mostrato interesse per la promozione culturale che questa regione dovrebbe essere in grado di assicurare”.

Il presidente dell’associazione torna anche sulla questione discariche affermando che “l’attività delle associazioni è molto solerte ed è ad esse ben chiara la situazione propria delle decine di impianti non a norma per i quali necessita immediato intervento. A tal proposito appare molto dubbia la posizione del Ministro all’Ambiente Galletti, il quale, nei giorni scorsi, riferiva di soli tre casi in Italia relativi a discariche a rischio. Un numero inverosimile per la il Tribunale dell’AIA, il quale ha condannato l’Italia al pagamento di una multa considerevole.

Nel solo Abruzzo, infatti, la Regione, per voce dell’Assessore Mazzocca, ne aveva segnalate ben 33 per poi, ultimamente, ridurle a 19. Per queste, il già stanziato finanziamento di 80 milioni di Euro, impegnato dalla Comunità europea, è però rimasto tale. Ci si chiede come mai al diminuire del numero di discariche non sia conseguita una diminuzione dell’assegnazione dei fondi europei”.

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