È stato il presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, coadiuvato dal 94enne vice brigadiere a riposo Gaetano Umberto Di Mucci, a inaugurare il Monumento all’Arma eretto in occasione del Bicentenario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri in quella che era fino ad oggi via Alborato.
Erano le 11.20 di stamane quando il tricolore veniva fatto scivolare lungo la Fiamma realizzata in pietra della Majella dallo scultore vastese Giuseppe Colangelo. La scultura è stata benedetta da Mons. Giacomo Di Cecco, cappellano della Legione Carabinieri d’Abruzzo, e Mons. Massimo D’Angelo, parroco di S. Maria del Sabato Santo.
Al fianco del presidente del Senato il sindaco di Vasto Luciano Lapenna e il generale di Corpo d’Armata Franco Mottola, Comandante interregionale per l’Italia meridionale dei Carabinieri che hanno assistito anche alla deposizione di una corona in memoria dei Caduti cui l’echeggiare delle note del Silenzio ha reso gli onori. Un momento particolarmente toccante in un catino ammutolito nonostante la presenza di molte scolaresche di Vasto e San Salvo.
L’arrivo di Grasso era stato preceduto dalla sfilata e dal successivo schieramento dei Gonfaloni delle Province abruzzesi e di molti comuni, tra cui quello decorato con la Medaglia d’Oro al valore militare di Lanciano; a seguire gli stendardi della associazioni combattentistiche di tutte le Armi. Tutta la cerimonia, fin dal suo inizio, è stata scandita dallo speaker ufficiale, il giornalista Giuseppe Cavuoti, e dalle note della Fanfara della Legione allievi Carabinieri di Roma fondata nel 1862, culminata con l’Inno d’Italia al momento dell’alzabandiera.
Sul palco delle Autorità civili e militari, sul quale mancava il senatore vastese Gianluca Castaldi individuato tra la gente, ma non è mancato qualche intruso, il primo a prendere la parola è stato il primo cittadino vastese Luciano Lapenna che ha posto l’accento sulla riqualificazione voluta dall’Amministrazione comunale per l’intero quartiere aggiungendo “chiudiamo in forma solenne le celebrazioni per il Bicentenario della fondazione dell’Arma con un monumento che rafforza il legame già forte del nostro territorio verso chi vigila con devozione e silenzio sulla nostra sicurezza”. Ringraziando il presidente Grasso, ha parlato della sua presenza come “testimonianza del legame indissolubile tra l’Italia tutta e l’Arma”.
“È un grande onore essere stato invitato oggi all’inaugurazione di questo monumento – ha esordito Pietro Grasso – e il mio sentito apprezzamento va alla decisione di intitolare sei strade a sei eroi carabinieri”, riferendosi così ad un altro passaggio importante della mattinata, ovvero l’intitolazione di sei tra strade e parcheggi a uomini dell’Arma definiti eroi. “Si è voluto lasciare alla memoria dei giovani e dei cittadini – ha aggiunto – la traccia del sacrificio di chi ha perso la vita per tutelare i valori di libertà, giustizia e legalità”.
Grasso si è soffermato un istante anche sulla iniziativa dell’Amministrazione vastese: “è un grande impegno quello profuso dalla città – ha detto – per far sentire la propria vicinanza a chi si adopera per la tutela della cittadinanza”.
La seconda carica dello Stato italiano ha ricordato come la fedeltà al Paese sia da sempre una qualità dell’Arma che “è rimasta sempre un costante punto di riferimento radicandosi nel territorio e uno dei simboli che meglio rappresenta la nostra Unità nazionale. Tant’è – ha chiosato – che in una recente ricerca Eurispes i Carabinieri rappresentano l’istituzione più amata dagli italiani.
Non poteva mancare un riferimento ai 40 anni di magistratura nei quali ha potuto sempre contare sulla “alta collaborazione ed efficiente professionalità dei Carabinieri anche attraverso quelle specificità istituite nel corso degli anni”.
“Sono felice, dunque, di trovarmi qui oggi a rendere questo doveroso contributo a chi rappresenta il nostro orgoglio nazionale e internazionale”: queste le ultime parole del suo breve discorso.
Più tardi, intercettato dai giornalisti nel corso del rituale Grasso ha parlato anche della situazione Abruzzo, in particolare del rischio infiltrazioni malavitose nel processo di ricostruzione aquilano, ma non solo. “so che questa terra ha gli anticorpi per rigettare questi pericoli – ha detto – ma c’è bisogno della moralità e dell’etica delle persone che devono trovare il coraggio di dire no”.
Sul palco anche il vice-presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che rivolgendosi al reggente di Palazzo Madama ha detto: “La tua presenza fa sentire ancora più forte la presenza dello Stato a Vasto e in Abruzzo” aggiungendo, poi, “Un monumento che costituisce un monito, oltre che un ricordo, legato alla particolare collocazione geografica di Vasto che costituisce un argine alle infiltrazioni criminali che abbiamo l’obbligo di preservare”. Parole che, a leggere tra le righe, a qualcuno sarebbero potute sembrate un riferimento velato alla questione soppressione del Tribunale e al ridimensionamento delle Forze dell’Ordine.
“A due cose non possiamo rinunciare – ha detto ancora Legnini – all’integrità del nostro ambiente (leggasi no alla petrolizzazione?) e alla sicurezza della nostra terra che è una terra sana”.
A chiudere la serie degli interventi autorevoli è stato il generale di Corpo d’Armata Franco Mottola che si è detto colpito “dall’affetto e dalla grande considerazione riservate alla nostra istituzione”. “Ringrazio per aver voluto onorare l’Arma dei Carabinieri e la memoria di 6 eroi carabinieri che cha hanno operato o avuto origine nella terra d’Abruzzo (ad eccezione di Salvo d’Acquisto), cha hanno contribuito ad alimentare quella storia d’amore che unisce l’Arma alla gente”.
Mottola ha ricordato i 4590 presidi e 90 tenenze che assicurano la prossimità alla popolazione mostrando tutto l’orgoglio di essere carabinieri quando ha parlato di “senso di lealtà, orgoglio di appartenenza, amore per la patria”, ma anche di “efficienza e professionalità e generosa disponibilità verso i cittadini”. “L’Arma è e vuole continuare ad essere un punto di riferimento”, ha aggiunto Mottola che ha ricordato come il carabiniere sia “un operatore della sicurezza pubblica, ma anche un insostituibile mediatore sociale”.
Al termine della cerimonia ufficiale, fortemente voluta dal generale di Divisione a riposo Gianfranco Rastelli e coordinata dal presidente del comitato organizzatore Giuseppe Forte, Pietro Grasso con l’ausilio di un giovane delle scuole superiori e di una rappresentanza delle suole inferiori ha provveduto a scoprire le varie targhe che, da oggi, danno un nuovo nome alle vie di tutta l’area: nell’ordine, via Sebastiano Preta, via Chiaffredo Bergia, via Salvo d’Acquisto, via Giustino Fusco, via Camillo D’Onofrio, piazza Silvino Michetti.
Lungo il tragitto il presidente del Senato si è soffermato con i più giovani ai quali ha rilasciato autografi e con i quali ha condiviso degli scatti fotografici, prima della resa degli onori alle ore 12.00 in piazza Michetti.
Con la cerimonia di oggi si completa un quadro di riqualificazione e sensibilizzazione di tutta l’area nuova a sud di Vasto partito con l’erezione del monumento ai Caduti di Nassiriya all’imbocco di via S. Onofrio.
Luigi Spadaccini
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