Signora mia, Crozza, imitando il senatore Razzi (uno che della vita ha capito più di tutto) dice alla sua spalla: “Amico caro, non li far studiare i tuoi figli che tanto i concorsi sono tutti truccati! Altro che Università, la Bocchini, la Bocconi, uno mangia l’altro, succhia, è tutta malvivenza universitaria”. A Vasto no, a Vasto i concorsi sono tutti regolarissimi e trasparentissimi, come ha sostenuto l’assessore Sputorissimo prima della sentenza del Tar sulla vicenda Bellafronte. A Vasto i concorsi sono tutti regolarissimi e trasparentissimi. Se non ci credete, se siete degli inguaribili detrattori o dirigenti in pensione e mentalmente un po’ stanchi, chiedete a Ventrella quanta fatica ha dovuto fare per vincerlo. È stata la prova più dura della sua vita. A Vasto i bandi sono tutti regolarissimi e trasparentissimi. Come quello sulle posizioni organizzative. A Vasto, dal 2006, se non lo sapete, è stata ripristinata la legalità. Persino la Procura non ha alcun dubbio.
È anche possibile, per un direttore di un teatro, noleggiare attrezzature al teatro stesso, emettere fatture di 25 mila euro annui e riscuoterle tranquillamente. È il dirigente D’Annunzio il responsabile della gestione. L’ha detto chi ha ripristinato la legalità. Lui si occupa di programmazione. Nega anche gli elenchi di chi non ha pagato i tributi e gli oneri di urbanizzazione, ma lo fa per rispetto della privacy. Di qualche assessore? Posso fare un’altra domanda, signora mia? Ma se Bellafronte vince, la comunicazione e la firma del contratto arriveranno un’ora dopo oppure, com’è accaduto il 9 settembre scorso, si aspetteranno 35 giorni, in modo da consentire anche ad altri eventuali ricorrenti ciò che è stato consentito a lui? Ne posso fare un’altra? Perché il Comune, dopo la sentenza sfavorevole del Tar, non ricorre al Consiglio di Stato? Ne vuole un’altra? È vero che Bellafronte, come sostiene Ivo Menna, ha dichiarato il falso nella domanda di presentazione, omettendo di aver avuto una condanna e accennando soltanto a un procedimento in corso? Ne vuole un’altra? Perché non si fa il bando anche per la Scuola Civica Musicale e per il Centro Studi Rossettiani? Ne vuole un’altra? Perché su 70 mila euro che il Comune versa al Centro Studi, 27 mila servono per pagare chi dirige (Oliva) e 14 per chi coordina (Mirco Menna, che non è il genero di Oliva)? Ne vuole un’altra? No, signora mia. Sono stanco di fare domande. Vorrei che fosse ripristinata l’illegalità. Sì, a Vasto va ripristinata l’illegalità. Si stava meglio quando si stava peggio. Senza galantuomini (per usare un termine tanto caro a quella santa donna di Bianca).
Davide D’Alessandro