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D’Alessandro: “Non ci facciamo imbrogliare da Lapenna e Giangiacomo

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Guido Giangiacomo

La ditta Lapenna-Giangiacomo, dopo aver fatto rinviare l’ultimo Consiglio Comunale, ha partorito un documento unitario sulla diatriba Amministrazione-Corpo di Polizia Municipale, approvato da 18 consiglieri comunali, 13 di maggioranza (Giangiacomo compreso) e 5 di minoranza (Bischia, Desiati, Montemurro, Monteodorisio e Sigismondi). Contrari soltanto due: il sottoscritto e Del Prete. Perché? Perché quando un documento è concertato da Lapenna e Giangiacomo (che lo ha stilato accanto a Sputore), lo riconosci dal profumo che emana. Un profumo intenso di compromesso al ribasso, di parole dette e non dette, limate e smozzicate, depotenziate del loro vero valore. Un profumo intenso di nullità, di documento vago, generico, che non produrrà alcun effetto. Mille parole per non dirne una che sia incisiva e risolutiva, che impegni davvero il Sindaco ad assumersi le sue responsabilità su un rapporto fallimentare con il Corpo di Polizia Municipale, un rapporto che, non a caso, ha condotto i vigili a una vibrante protesta sotto le finestre del Comune per chiedere il ripristino della legalità.

La rivolta dei fischietti è ancora davanti ai nostri occhi, evento di gravità inaudita. A quella rivolta si è risposto di non decidere alcunché, di buttare la palla in  tribuna continuando con quella melina con la quale Lapenna, da otto anni, imbroglia chi si fa imbrogliare. Io e Del Prete lo conosciamo bene, quando c’è e quando non c’è, sappiamo a chi si affida e a chi no. Quando si siede al tavolo, o fa sedere altri, per scrivere un documento comune e approvarlo, ti ha già fregato. Dispiace per chi, pur avendo esperienza e intenzione di sostituirlo, continua ingenuamente a cadere nella trappola. C’è chi ha persino sostenuto che, dopo l’approvazione di questo documento, Lapenna sarebbe andato su tutte le furie, arrabbiato con la sua maggioranza. Lapenna arrabbiato? L’ha scritto lui, il documento. L’ha dettato lui. L’ha concepito lui. L’hanno votato 18 persone. Ma non lui. Lui era a Roma, a pensare ad altro. Alla sua carriera. A se stesso.

Davide D’Alessandro
Consigliere comunale indipendente

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