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Porti, D’Alfonso “indubitabile il primato di Ortona come porto nazionale”

primarie-pd-d'alfonso - 42 - luciano d'alfonsoDinanzi agli imprenditori e agli operatori economici presenti al convegno “Vedere gli spiragli oltre la crisi” organizzato dal quotidiano Il Centro nell’ambito del ciclo di conferenze “Barra al Centro” Luciano D’Alfonso risponde a quanti, non ultimo Confartigianato, sollecitano interventi rapidi e concreti della Regione per rilanciare una economia, quale quella abruzzese, ancora schiacciata dalla crisi.

“Non ho paura ad utilizzare fino in fondo i poteri della Regione”, ha detto il governatore, che, poi, ha spiegato: “”Dobbiamo dire chiaramente a chi vuole avvicinarsi a questa regione che noi siamo pronti a misuraci con le loro esigenze e a piegarci per agevolare i percorsi di investimento. Noi abbiamo pensato per questa regione un menù di convenienza che preveda una serie di interventi facilitatori della vita delle imprese”.

Dinanzi alla platea presente nella sala Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, D’Alfonso ha parlato dell’importanza di un sistema infrastrutturale adeguato a cominciare dalla portualità: “Quando si parla di sviluppo – ha sottolineato – non si può ignorare la consistenza dell’armatura infrastrutturale. E noi diciamo con certezza che ci saranno tre porti in Abruzzo (Ortona, Vasto e Pescara) con l’indubitabile primato di Ortona come porto nazionale e tutta l’opera infrastrutturale deve essere condotta per far diventare quei porti una potenza”.

Per il governatore d’Abruzzo è fondamentale “trovare investitori privati per l’aeroporto di Pescara” così come la necessità che “i siti industriali liberino potenzialità e risorse”; “a chi invece vuole distruggere il territorio – ha sentenziato –  noi diremo fin da subito un chiaro no, perché solo noi che ci viviamo sappiamo quanto vale il nostro territorio”.

Infine, una replica doverosa a chi ha chiesto un miglioramento della funzionalità dell’ente Regione, ai quali D’Alfonso ha parlato di “macchina amministrativa in fase di riorganizzazione. Abbiamo 400-450 dipendenti in più frutto di stratificazione negli anni di enti soppressi, ma è un problema che risolveremo con un’innovativa e funzionale riorganizzazione delle risorse umane”.

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