Malati psichiatrici e anziani trattati come in un lager, maltrattati e legati ai letti. È quanto avviene in una residenza sociale assistenziale della provincia di Isernia. “Come ad Auschwitz”, ha precisato il procuratore della repubblica di Isernia. “Portati a lavare di mattina e poi chiusi in una stanza. A distanza di 70 anni dall’orrore dei lager e dalla liberazione degli internati in Italia si verificano ancora queste cose”. Per maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse e abbandono di persone incapaci, i carabinieri dei Nas di Campobasso, Napoli, Bari, Salerno e Foggia, di concerto con l’Arma territoriale di Isernia e Campobasso, hanno eseguito tredici arresti domiciliari. Le manette sono scattate ai polsi di un medico titolare di una residenza sociale assistenziale per anziani e malati psichiatrici, di alcuni infermieri e operatori socio-sanitari impegnati nella struttura. In manette anche Francesco Rossi, titolare della struttura e sindaco di Montaquila, cittadina in provincia di Isernia dove si trova la clinica. A costui il provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari è stato notificato in ospedale a Napoli, ove si trova ricoverato per accertamenti.
Le indagini sono state avviate a seguito di segnalazioni dei familiari di un paziente che presentava segni sul corpo. Da quanto si è riusciti a sapere i pazienti spesso venivano maltrattati, chiusi in delle stanze e legati ai letti. Le maggiori criticità si verificavano nell’ala destinata ai malati psichiatrici. La struttura non è una residenza sanitaria assistita, ma una residenza sociale privata. Può ospitare sino a una massimo di centocinquanta pazienti, ma i carabinieri, al momento dell irruzione nella struttura, ne hanno contati 180. Il procuratore della Repubblica di Isernia ha anche parlato di “promiscuità tra maschi e femmine portati a lavare nello stesso bagno e asciugati con le lenzuola sporche”.