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Cartucce vecchie e niente allenamento, a che servono le armi della Municipale?

nuovo-parco auto-municipale - 22Tra le problematiche emerse durante la conferenza stampa del Diccap, il sindacato della Polizia municipale, convocata per ieri mattina, forse l’aspetto più inquietante a cui – nella confusione delle polemiche – si rischia di non dare la giusta importanza è quello della dotazione di armi al Corpo.
Inquietante, infatti, il quadro emerso durante la conferenza stampa; secondo quanto denunciato dagli stessi agenti, seppur le pistole Beretta siano nuove, il munizionamento risalirebbe addirittura al 2001, quando le disposizioni vigenti stabiliscono invece un rinnovo ogni tre anni. “Insomma, ci danno le armi, ma non sappiamo nemmeno se all’occorrenza funzionerebbero correttamente con munizioni tanto vecchie!” è stato lo sconcertante sfogo.
Ma gli aspetti inquietanti non finiscono qui: “Abbiamo le armi, ma non facciamo prove di tiro”. Secondo le norme vigenti sarebbe obbligatorio effettuare con regolarità delle prove di tiro, almeno una volta all’anno, una sorta di “allenamento”, perché naturalmente chi maneggia un’arma deve saperla utilizzare, all’occorrenza. Secondo quando dichiarato in pubblica conferenza stampa, invece, non solo le dotazioni di munizionamento sarebbero vecchie e quindi non garantirebbero al 100% il corretto funzionamento delle armi, ma chi le usa non si allenerebbe nemmeno a sparare, perché non messo nelle condizioni di farlo.
Se quanto emerso in conferenza stampa corrisponde al vero, è chiaro che si va oltre la mera vertenza sindacale o la sicurezza sul lavoro, ma diventa una questione di sicurezza pubblica e non c’è un attimo da perdere: gli agenti di Polizia municipale devono essere messi nelle condizioni di usare le armi in dotazione in tutta sicurezza, per sé e per tutti i cittadini, e nell’ambito delle norme vigenti.
Certo, si dirà, ma tanto quando mai la Polizia municipale usa la pistola? A questo punto, però, diventa inevitabile tornare alla domanda fatta sempre in conferenza stampa dal tenente Di Lena: “Com’è possibile che prima ci armano e poi non considerano il nostro un lavoro a rischio?”. Tenuto conto che la dotazione è necessaria per il turno notturno, non vorremmo che la pistola serva come “ornamento” giusto per mettersi a posto con le norme riguardo il turno notturno, anche perché – come si è visto – ci sono altre norme, non meno importanti, che attendono di essere pienamente applicate.

n.l.

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