
È costata il crollo della roccaforte cupellese del centrosinistra la “vittoria morale” di Camillo D’Amico, candidato alla carica di sindaco a Cupello, in aperta competizione con il suo stesso partito che appoggiava Giuliano Tambelli; vittoria morale, perché – dati alla mano – D’Amico ha dimostrato di “avere i numeri” del consenso elettorale, se è vero come è vero che si è piazzato davanti Tambelli con 899 voti contro 807. Voti che, però, se fossero stati di una sola forza politica, avrebbero fruttato un consenso superiore ai 1186 voti della lista vincitrice con Manuele Marcovecchio.
Forte di questo risultato, D’Amico ha scritto ai vertici del Partito Democratico per ritirare l’autosospensione dagli incarichi istituzionali, senza dimenticare quello che è successo negli ultimi mesi: “Le motivazioni della scelta prodotta il 24 Aprile u.s. sono a voi note: presi la decisione meno traumatica sia per il P.D. che per me stesso il quale, correndo da candidato Sindaco a Cupello nelle amministrative del 25 Maggio u.s. a capo di una lista civica, ho responsabilmente inteso evitare imbarazzi e facili strumentalizzazioni a tutti. Il risultato elettorale non è stato positivo come mi aspettavo ma comunque importante. Il comune sarà amministrato da una lista civica ispirata dal centrodestra e guidata da un sindaco di origini Cupellesi ma che vive e risiede a Vasto dove ne è stato anche amministratore per due legislature. Questa è la risultante di quella parte del Partito locale – accusa D’Amico – che volle cocciutamente e tenacemente tenere il ricorso alle primarie a prescindere senza alcuna riflessione e discussione politica di merito; questa parte ha preso meno consensi della mia lista perdendo, con un voto inappellabile, il concorso al consenso tra i cittadini e porta tutt’intera la responsabilità politica della sconfitta elettorale. Il voto democratico dei cittadini è corretto e trasparente, e non genera alcun dubbio, né tentativi d’inquinamento, inciuci, rischio di “colorare” schede lasciate in bianco o di far votare i fantasmi. La mia opinione è a voi notoria da sempre: personalmente prediligo la mediazione politica e, solo dopo un concorso partecipato, condiviso e con regole certe e partecipate, lo strumento delle primarie può essere utile. A Cupello il tentativo d’inquinamento e di un trucco velenoso tale da rischiare di morire politicamente da “fuoco amico” era forte tanto che, per trovare un avversario, l’ex sindaco azzerò l’intera giunta con metodi poco ortodossi ed affatto democratici privando così i cittadini del loro governo locale per vincere un capriccio personale limitato al circolo locale del Pd. Chiaramente non mi sono sentito per nulla tutelato in questa lunga campagna per le amministrative, ma solo ed abbandonato. Silenziosamente ho lavorato, assecondato dai tanti compagni di viaggio moltissimi dei quali ancora iscritti e militanti del Pd, per ricreare le necessarie basi di una ripartenza puntando a giovani capaci e meritevoli, con una base culturale e professionale notevole, che hanno voglia d’impegnarsi per il bene generale della comunità, che non intendono la politica come mestiere ma solo servizio, che non vogliono avere padrini ma essere solo desiderosi di spendere il loro sano protagonismo in un democratico confronto tra le idee, che hanno la consapevolezza di cosa significhi la parola democrazia”.
Come ricorda lo stesso D’Amico, “questi concetti sono stati posti alla base della costituzione della lista che ho presieduto, del programma elettorale, degli atteggiamenti sobri avuti durante la stessa e saranno gli stessi su cui porteremo avanti l’azione amministrativa pur dai duri banchi dell’opposizione in consiglio comunale. L’unico rammarico – conclude D’Amico, rientrato come capogruppo provinciale del partito – è che sì è scritta un’altra pagina triste per il Pd e il centrosinistra nel vastese, il quale, dopo la perdita di San Salvo, perde adesso anche Cupello, Monteodorisio e Liscia. Resta solo Vasto e, prima che accada l’irreparabile, sia la Politica a tornare ad essere protagonista a dispetto dei furbi, arroganti, prepotenti ed opportunisti che, a vario titolo, non vogliono rassegnarsi all’idea che il tempo politico scade per tutti ed anche per essi; che sia il Partito a tornare ad essere vivo ed attivo, mediando e discutendo sì, ma evitando altri inutili esperimenti di sangue, altrimenti saranno gli elettori a farsi giustizia da soli. La saggia politica della mediazione per la costituzione delle liste alle regionali ha pagato…. l’insistere al ricorso delle primarie a prescindere ed a ogni costo ci porta a perdere!”.