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La Regione non ha affrontato la questione Piano spiagge, scoppia la rabbia delle imprese

vasto marina 1«Nel clima incerto di fine legislatura, a Palazzo dell’Emiciclo, la politica ha scelto di delegare al prossimo Consiglio regionale la soluzione dell’annoso problema del piano demaniale marittimo. E prolungare l’incertezza su un provvedimento decisivo per il nostro turismo regionale». Lo afferma il segretario regionale della Fab-Cna, Cristiano Tomei, che esprime tutta la delusione e la rabbia della sua categoria, di fronte al «nulla di fatto del Consiglio regionale, convocato stamattina all’Aquila per l’ultima seduta prima del voto, con all’ordine del giorno diversi provvedimenti, tra cui appunto l’assetto delle nostre spiagge».

«La verità – accusa Tomei – è che le nostre imprese sono state vittime del gioco delle parti, tra maggioranza e opposizione sulla questione del numero legale. Perché se è vero che nelle assemblee elettive spetta alla maggioranza l’onere di assicurarne il corretto funzionamento, anche attraverso il numero legale, e ciò non è avvenuto, è vero pure che su un altro provvedimento iscritto all’ordine del giorno, relativo alla decisiva sorte degli “ungulati”, la minoranza ha contribuito ad assicurare il numero legale. I cinghiali, insomma, poterono più delle nostre spiagge: gli operatori turistici, almeno, si aspettavano uguale trattamento».

Secondo la Fab-Cna, «è grave che un provvedimento, il cui atto di inizio è datato il lontano 2011, sia arrivato in discussione a pochi giorni dal voto. In questo senso, sono evidenti, al di là dei problemi oggettivi che la complessità della materia presenta, le responsabilità che porta la Giunta regionale su di sé». Le imprese della balneazione, che attendavano da anni un provvedimento decisivo per la loro attività e lo sviluppo “sostenibile” del settore, conclude la Fab-Cna, «dovranno attendere altri mesi per veder risolto il problema. In questo quadro di incertezze, tra cui resta quella sulle stesse concessioni demaniali marittime, per ora prorogate al 2020, c’è da chiedersi come possano le imprese programmare serenamente i propri investimenti, compresi quelli legati al bando per la legge regionale 77 del 2000»

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