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Tossicodipendenze e società, ieri l’incontro a Palazzo d’Avalos

convegno-tossicodipendenze - 02Denso pomeriggio di lavori quello di ieri presso la Pinacoteca di Palazzo d’Avalos dove, davanti alle più alte cariche militari e civili del territorio, si è tenuto un convegno dal titolo “Tossicodipendenze e società” nel quale sono stati illustrati i dati del rapporto di ricerca dell’Osservatorio provinciale per le Tossicodipendenze.
È stato il professor Gabriele Di Francesco dell’Università “G. d’Annunzio”, responsabile scientifico dell’Osservatorio, a moderare l’incontro iniziato con i saluti del sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, del dottor Luciano Giuseppe Conti, dirigente dell’Area IV della Prefettura di Chieti e della dottoressa Sandra Ferretti, direttore del Distretto Sanitario di Vasto, a cui sono succedute le relazioni della dottoressa Valeria Mantini, funzionario assistente sociale della Prefettura, che ha illustrato il funzionamento del Not, il Nucleo operativo per le tossicodipendenze, del dottor Dario Verrone, dirigente sociologo del Ser.T. della Asl 2 che ha tracciato il quadro della situazione attraverso i dati attuali su tossicodipendenza e alcolismo, della dottoressa Anna Suriani per quanto riguarda le attività di prevenzione messo in campo dall’assessorato ai Servizi sociali e dalle tante istituzione e associazioni coinvolte (dalla Consulta giovanile all’Informagiovani), del dottor Fernando Fantini, dirigente medico del Ser.T. e della dottoressa Anna Bontempo, coordinatrice degli assistenti sociali Uoc Dipendenze Patologiche del Ser.T.
Particolarmente significativi i dati segnalati dal dottor Verrone, per quanto riguarda sia le tossicodipendenze da droghe che da alcool; per quanto riguarda l’alcool, il dottor Verrone ha rilevato come il consumo e l’abuso dello stesso sia cambiato negli anni; se negli anni Cinquanta e Sessanta l’uso di alcool era legato ai pasti o a determinate categorie lavorative, come contadini e muratori, negli ultimi anni lo stesso è stato caratterizzato dal modello “british”, ovvero quello non più legato ai pasti, ma quello più legato ai locali notturni, spesso a stomaco vuoto, per lo “sballo” fine a se stesso. Tra le regioni del centro, è stato rilevato, l’Abruzzo è quella al primo posto per il consumo di alcool fuori dai pasti, con un’incidenza generalizzata su tutto il territorio, ma con una forte marcatura nella zona vastese. Inevitabile, poi, l’allarme per le nuove tendenze estreme che colpiscono soprattutto il mondo giovanile, dall’ormai tristemente nota “neknomination”, al più estremo (se è possibile fare una classifica di estremismi) “eyebulling”, ovvero la pratica di versarsi dell’alcool a mo’ di collirio, sugli occhi, nella stramba convinzione che possa “sballare” più velocemente, insieme all’assunzione di alcool “tradizionale”, i cui risultati davvero concreti sono quelli che possono portare anche alla cecità.
Per quanto riguarda i dati più strettamente connessi all’uso di droghe – nel senso stretto del termine – i dati presentati nella pubblicazione evidenziano una marcata incidenza lungo la costa, ma questo anche per questioni puramente anagrafiche. Come rilevato dallo stesso professor Verrone, infatti, sulla costa è presente la popolazione la cui età media è più a rischio. Se sulla costa l’età media risulta essere sui 43 anni, all’interno sale fino ai 59, visto che i giovani – per problematiche note rispetto allo spopolamento delle zone interne – si spostano sempre più sulla costa.
Anche per quanto riguarda la tipologia di stupefacenti utilizzati, si sono una forte incidenza sulla costa per quanto riguarda cocaina ed eroina, mentre – a sorpresa – il consumo di cannabis risulta più marcato nell’area delle zone interne del vastese.
Tra gli interventi “fuori programma”, quello del direttore del carcere di Vasto, Massimo Di Rienzo, e quello di Donato Dipietropaolo, già responsabile del Ser.T. di Vasto.
Le conclusioni sono state affidate al dottor Fantini, il quale ha introdotto il concetto di “Felicità Interna Lorda”, in risposta ai disagi sociali che a volte possono favorire l’uso di stupefacenti, una realtà – come sottolineato dal dottor Di Pietropaolo – ormai diffusa e “accettata” anche a livello sociale: “Se negli anni Settanta Ottanta lo schema che dovevamo affrontare era piuttosto semplice, in quanto ci trovavamo il tossicodipendente da una parte, in contrasto con la società, dall’altra, oggi ci troviamo di fronte alla stessa società, che è una società drogata”.

n.l

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