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Ombrina Mare, è scontro tra Luciano D’Alfonso e Confindustria Chieti

Primavera_PaoloÈ già scontro tra il candidato governatore dell’Abruzzo per il centrosinistra Luciano D’Alfonso e Confindustria Chieti: al centro della querelle, guarda caso, ancora una volta l’impianto di Ombrina Mare 2. Parlando di un possibile programma di governo regionale l’ex sindaco di Pescara ha preso subito di petto la questione energetica affermando con decisione: “Ombrina mare non esiste. Sono pronto a litigare anche con il governo perché io alle bellezze dell’Abruzzo non ci rinuncio”.

Una affermazione che ha fatto sobbalzare dalla sedia Paolo Primavera, presidente del sodalizio degli industriali teatini, da tempo notoriamente favorevole alla deriva petrolifera dell’Adriatico, il quale ha messo subito su carta ciò che pensa riguardo la posizione di D’Alfonso.

“Aperto, propositivo e comprensivo”: così vorrebbe essere il candidato Presidente D’Alfonso, ma le sue dichiarazioni sulla questione Ombrina rivelano esattamente il contrario: chiuso, negativo e disinteressato alle gravi conseguenze che sul piano industriale le sue affermazioni rischiano di produrre.

Sono solo le prime contraddizioni rispetto alle sue vuote professioni di volontà di rilancio dell’occupazione, dell’industria, dell’abbattimento dei costi energetici per le imprese, che il suo stesso partito a livello di governo nazionale propone ma che lui ignora completamente.

Quale rilancio vuole prospettare? Facendo perdere altre migliaia di posti di lavoro nell’industria, come già è capitato, per esempio, ad Ortona, mandando in crisi anche il Porto che vive di industria petrolifera? Provocando l’allontanamento delle aziende multinazionali che ancora credono di poter investire in Abruzzo?  Ignorando gli appelli che le migliaia di lavoratori e le centinaia di imprese morse dalla crisi fanno per chiedere lavoro e sviluppo?

Non è con il populismo e gli slogan che si governa una Regione; non è ignorando le realtà produttive che possono dare ancora risorse preziose in termini di posti di lavoro, tasse, investimenti, che si crea sviluppo; non è disconoscendo la compatibilità tra industria, turismo, agricoltura, tutela delle qualità del nostro territorio, come la sua storia economica testimonia, che si può proiettare verso il futuro una regione che si ha la pretesa di rilanciare.

Se vuole documentarsi ci sono modelli di territori in Italia (quali Marche, Romagna, persino il Molise, in cui l’estrazione di idrocarburi è ben superiore a quella abruzzese) e all’estero (come la Norvegia, la Scozia, le Isole Seichelles) che hanno dato la giusta dignità all’industria petrolifera, ricavandone la massima utilità come fonte energetica e valorizzazione economica.

Un candidato Presidente aperto al dialogo tra le diverse istanze del territorio, propositivo in tema di crescita del settore industriale (che, ricordiamo, vale il 30% dell’apporto al PIL regionale), comprensivo delle esigenze di quanti non hanno presente e futuro ce lo aspettavamo e lo aspettiamo ancora.

Speriamo di incontrarne uno prima del 25 maggio”.

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