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Bilancio regionale, nuova denuncia di Febbo: 40 milioni di euro sottratti alla comunità abruzzese

Mauro Febbo
Mauro Febbo

È ancora una volta l’assessore regionale alle Politiche agricole a lanciare strali verso il Pd e, soprattutto, verso alcuni esponenti del partito nonché dirigenti regionali dopo la denuncia dell’ostruzione da parte di questi al disimpegno degli oltre 7 milioni di euro messi in Bilancio per i Centri di ricerca. Una vicenda sulla quale Febbo dice ancora: “Mi preme evidenziare come il Consiglio dei Ministri, presieduto da Renzi, non ha ritenuto di dover impugnare il comma 6 della Legge regionale 59/2013 e questo testimonia la regolarità e bontà della variazione di bilancio approvata il 18/12 e, soprattutto, fa cadere tutte le accuse e i giudizi negativi frettolosamente avanzati in questi giorni da alcuni esponenti del Pd e altri dei partiti di minoranza”, questo il commento dell’assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo.

“Voglio ribadire nuovamente – spiega Febbo – che deve essere censurato la condotta assunta in questa vicenda dal funzionario regionale in questione (esponente politico e amministratore del Partito Democratico) che ha disatteso palesemente un indirizzo preciso di una Legge Regionale con un comportamento di assoluta infedeltà e negligenza poiché non ha provveduto nei tempi previsti alla procedura di disimpegno”.

“Infatti – continua l’assessore regionale – l’incuria e l’indifferenza da parte del “solerte” dirigente si evince ancora di più in sede di parere chiesta dalla mia Direzione dove nella comunicazione di risposta del Servizio amministrativo  del 23/01/2014 (n.b. quando non era più possibile fare il disimpegno !!! ) si  arriva a delle conclusioni testuali “per ragioni di prudenza contabile, si ritiene di non poter confermare le disposizioni di disimpegno per l’annualità 2013 elencate in oggetto per complessivi euro 7.123.000,00 sospese da codesto servizio e precedentemente assunte in ragione dell’approvazione della LR n.59/2013”. Un parere ancora una volta fuori da quella che è la competenza delle diverse Direzioni, in contrasto palese con la volontà della Giunta e, soprattutto, una decisione e giudizio presa in autonomia senza attendere la risposta del Governo”. Non si capisce dove dovevano essere impegnati i 7.123.000 visto che nessuna richiesta di variazione di capitoli è  stata fatta entro il 31 dicembre 2013, e che comunque sarebbe stato poi l’organo politico (cioè la Giunta) a dover autorizzare la variazione dei capitoli con apposita delibera di Giunta. Peraltro tutta la corrispondenza avviene tra uffici senza informare l’organo politico, l’assessore di competenza e il Presidente della Giunta, ancor più grave senza avvertire il  Presidente del Consiglio in considerazione che parliamo di legge regionale”.

Ancor più grave appare, se confermata, l’ultima accusa lanciata dall’assessore Febbo che lasciamo alle sue parole “A tutti questi discutibili atteggiamenti inoltre rimango ancora più sconcertato, a mio avviso di una certa gravità, nel constatare che nei tre capitoli di ‘Trattamento economico del personale’, ‘oneri riflessi su retribuzioni a carico dell’Amministrazione’ e ‘Irap’ negli anni che vanno dal 2009 al 2013 risultano  maggiori risorse sulle spese per un totale di circa 40 milioni di euro.  In sostanza un vero e proprio tesoretto accantonato che potrebbe essere invece essere utilizzato per finanziare e far uscire dalla crisi le tante emergenze che oggi abbiamo da affrontare e risolvere come i Centri di ricerca, Ara, Ciapi, marineria, Consorzi, enoteca regionale, Fiera di Lanciano, Arssa , Aeroporto. Per non parlare dei dissesti idrogeologi, dei Piani sociali, la Protezione civile e la cultura.   Auspico – conclude l’assessore Febbo –  che al più presto si faccia luce su questa vicenda e, soprattutto,  credo ci siano gli estremi per provvedimenti disciplinari per questi gravi ed ingiustificabili fatti poiché tutto ciò è stato fatto per creare difficoltà all’attività di questo Governo e maggioranza”.

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