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Piano Cervellati, Ivo Menna bacchetta Del Casale

Vasto_corso PalizziLa querelle sull’adozione del Piano di recupero del Centro storico, meglio noto come Piano Cervellati, innescata dagli interventi pubblici di Antonio Del Casale (Pd) e Luigi Marcello (Gs) annovera tra i suoi interpreti anche Ivo Menna, esponente di La Nuova Terra che senza mezzi termini decide di bacchettare il giovane segretario dei democratici vastesi. Tralasciando i discorsi di mera dietrologia di parte che possono essere condivisi o meno, l’affondo di Menna a Del Casale pone in evidenza alcuni punti nodali che da sempre accompagnano il percorso amministrativo di Luciano Lapenna e C. a cominciare da quella spina rappresentata dalla Variante al Piano Regolatore per giungere allo svuotamento del centro storico della città e fino alla composizione della Giunta (già 7 le compagini assessoriali in 7 anni varate dal primo cittadino).

“Nell’epoca della mediocrità alla ribalta, – scrive Menna – ecco spuntare e arrampicarsi sul tema urbanistico e nello specifico, – il piano Cervellati sul recupero del centro storico –   il giovane turco del PD  Del Casale, neo rieletto segretario di un partito caos, rimproverando la sua amministrazione di gravi ritardi nella approvazione del piano Cervellati. Un piano di recupero del centro storico nato nel lontano ottobre 2010 e che, nonostante i circa 80 mila euro spesi dal comune e le decine di occasioni pubbliche in cui se ne è parlato, ancora non vede la luce. Adombra il neo segretario che le cause sarebbero da individuare in oscuri ostacoli, e da “una burocrazia stagnante nemica da combattere”. Argomento, questo del piano Cervellati molto impervio e scivoloso se non si conosce la storia degli esodi di residenze pubbliche e private, delle rendite parassitarie edilizie (speculazione) che negli ultimi venti anni hanno distrutto storicamente, culturalmente, ambientalmente questa nostra città.. Del blocco sociale  economico e politico che ha imperversato e saccheggiato la risorsa primaria di un territorio ovvero colline, pianure, costa, spiaggia, in definitiva paesaggio e ambiente. Di una città perenne ostaggio di una cultura della rendita parassitaria, di una urbanistica contrattata con i privati, che non permette di diventare una città libera e moderna. Proprio a causa di questo dissennato caos e della deregulation del ventennio non si può risolvere il problema della viabilità, dei trasporti, del piano urbano del traffico, di costruire un piano per le antenne, di costruire un piano regolatore del verde: in sintesi un peggioramento della qualità della vita della città sempre più dilatata e sempre più distante dal centro storico.  Comuni e Regioni hanno continuato nell’opera di selvaggio e scriteriato consumo di suolo,  con  piani regolatori sfornati dai Comuni e approvati  dalle Regioni. Le follie sconsiderate delle variazioni di destinazione d’uso delle superfici che hanno fatto perdere migliaia di ettari di terreno agricolo al nostro territorio. Le responsabilità sono tutte delle classi dirigenti locali, regionali, cioè di politici avventurieri e ignoranti, spesso, e come le cronache dell’Aquila ci dicono in questi giorni,  coinvolti nel torbido intreccio di interessi affaristici, speculativi, corruttivi. Si dimentica facilmente come si continuano a tirare su palazzi e centri commerciali, vedi la nuova circonvallazione a nord e a sud con i megadepositi tipo hard discount, circondati da palazzi anonimi e senza anima. Del Casale dovrebbe ricordare quante battaglie il mio gruppo della Nuova Terra ha sostenuto anche durante la campagna elettorale del 2011 lanciando  l’idea di una variante al piano regolatore generale che ponesse fine alla cementificazione e al conseguente consumo di suolo, la fine delle permute dei terreni agricoli in blocchi edilizi. Una variante al piano regolatore generale che la giunta Lapenna aveva deliberato già nell’ottobre 2007 e che per motivi ancora da capire non ha mai avuto pratica attuazione. Chi si prende cura del territorio? Ecco una vera priorità, risanare, rimboschire, creare nuove aree verdi, riempire i vuoti lasciati abbandonati. Il recupero del centro storico! Dopo trenta anni di abbandoni delle residenze come si renderà possibile ricostruire e reinsediare le persone, dopo che l’ultimo ufficio pubblico della provincia, l’U.T.A. con 4 dipendenti è stato sloggiato da Palazzo d’Avalos nella sede periferica dell’ufficio di collocamento della Provincia, quando era stato deciso di spostarli all’ex istituto d’arte riconvertito in uffici?. Su questo piano Cervellati, molto ci sarebbe da dire e da contestare carissimo Del Casale, anche in relazione alle nuove norme introdotte dalla Regione sul rischi sismici e la riqualificazione antisismica degli edificati storici. Con le nuove norme della classificazioni sismiche, infatti, sarà indispensabile la rivisitazione dell’attuale piano urbanistico, al fine di controllare la compatibilità delle decisioni politiche di pianificazione territoriale ed ambientale. Il neo segretario esorta la sua amministrazione a dotarsi entro un mese di tempo per rispondere “alle impellenti richieste che salgono dalla città”; chi sarebbero costoro: cittadini comuni, imprese, commercianti, giovani coppie in cerca di appartamenti nel centro storico che vedono una stagnante economia di una edilizia ferma – come dice il segretario? O ci sono altri interessi di natura politica dietro questa critica alla sua amministrazione? E aggiunge il nostro, che sarebbe indispensabile “una trasformazione dell’azione della pubblica amministrazione, da palude a volano di sviluppo per la città”. Come intende il giovane turco del PD di Vasto imprimere una accelerazione alla azione amministrativa facendola diventare un volano dello sviluppo con gli  attuali assessori ancorati  a logiche sorpassate e dall’incedere clientelare?

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