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Consorzio di Bonifica, Febbo: il deficit certificato è di 7 milioni di euro

Marchetti_FebboSi è presentato carte alla mano l’assessore alle Politiche agricole della Regione Abruzzo Mauro Febbo dinanzi ai giornalisti convocati stamane per una conferenza stampa chiarificatrice dell’attuale momento del Consorzio di Bonifica Sud di Vasto. La voce un po’ rauca, a causa di un incontro col personale dell’Ente certamente poco tranquillo visto che costoro avanzano ancora 5-6 mesi di stipendi arretrati, Febbo ha disegnato il quadro contingente del Consorzio non risparmiando toni vibranti avverso coloro che in queste settimane lo hanno attaccato su questa ed altre vicende.

“Improvvisamente tutti quanti si interessano al Consorzio  tutti quanti denunciano i problemi del Consorzio, però nessuno ricorda il passato e soprattutto nessuno offre soluzioni ai problemi”  – ha esordito sarcasticamente Febbo, che poi ha fatto un rapido excursus dagli istanti dell’insediamento del nuovo Cda dell’ente consortile “Ricordo che quando tre anni fa facemmo l’insediamento del nuovo Cda dicevamo che la situazione era ingarbugliata e difficilissima  perché avevamo trovato una situazione deficitaria di altissimo livello, ma non sapevamo  e non potevamo prevedere quel che è successo poi  negli anni. E quando parlo di quello che è successo parlo dia della situazione a cui ha dovuto far fronte la Regione Abruzzo e, soprattutto, una serie di norme che poi nel tempo sono passate e non ci permettono più di fare quegli interventi  che magari si facevano una volta”.

L’assessore regionale ha posto con forza l’accento sulle note positive di questi tre anni e mezzo di gestione marchettiana “Alcune cose importanti le abbiamo fatte e tra queste quello di aver dato un segnale forte a cominciare dalla decisione del presidente Marchetti e del Cda di diminuire tutto ciò che era possibile diminuire come spese dai loro compensi, soprattutto  quelle che erano i famosi rimborsi spese che erano diventati una barzelletta in questo  Consorzio , anzi erano più i rimborsi spese che i compensi visto che si rimborsavano tutto e più di tutto”. “Abbiamo evitato che la diga di Chiauci  venisse chiusa – ha aggiunto Febbo – perché addirittura stavamo rischiando che ci richiedessero i soldi indietro. Poi si è creato un  problema che definisco di natura tecnica – e non poteva mancare il richiamo alla denuncia sui debiti formulata pubblicamente dal rag. Felice – ma anche il danno più grosso che noi abbiamo avuto, ovvero il presidente del Collegio dei revisori dei Conti  che, avendo una sua visione  che io non intendo commentare, ha fatto partire una serie di problemi con il tesoriere, i fornitori e la Procura. Devo dire che con il nuovo presidente della cassa di Risparmio Mario Falconio, che ha lavorato al Consorzio e ha preso a cuore la situazione,stiamo rimettendo i tasselli a posto tant’è che ci ha riprorogato la tesoreria , mentre il presidente Marchetti e il Cda stanno ridefinendo tutto quello che non era stato definito in questo Consorzio.”

A fronte di un deficit certificato è di 7 milioni e 230 mila euro, come dichiarato in conferenza stampa, a lasciare attonita tutta la stampa presente è stata però la levata di teli sulle situazioni pregresse che ancora pesano come una spada di Dàmocle sul futuro del Consorzio “Ci sono stati rimborsi spese da far impallidire quelli della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Lazio. Si dava acqua al Coasiv – ha denunciato Febbo – che a suo volta lo ridava al Consorzio industriale e alla Sasi e incassava i soldi senza pagare noi. Dal 2008 non riceviamo pagamenti dal Consorzio di Termoli per una cifra di quasi 1 milione di euro e solo quando ho alzato la voce anche il Comune di Vasto e la Provincia di Chieti  hanno capito che i debiti vanno onorati e qualcosa ci hanno dato. Insomma, C’era un debito di 6,5milioni e concessioni e affidamenti  senza aver fatto gare”.

 

Non poteva mancare l’apporto del presidente del Consorzio Fabrizio Marchetti, di cui più volte è stata chiesta la testa dapprima dall’ex presidente dei Revisori dei Conti e poi dai rappresentanti di alcune organizzazioni professionali: “Io mi sono ridotto del 30% l’indennità  da diverse primavere vista la situazione catastrofica di questo Ente e sono un presidente operaio, cioè svolgo le mie mansioni nella mia azienda e non ho mai preso dal 2010 ad oggi un permesso istituzionale retribuito dalla mia azienda datrice di lavoro per ricoprire questo incarico – ha dichiarato Marchetti – Siamo in attesa di un bando per un cofinanziamento per le centrali idroelettriche del 30%  e siamo stati l’unico Consorzio d’Abruzzo a rispondere al bando (in regione sono ben 5 i Consorzi)”. L’esito favorevole consentirà di “avviare le gare per la concessioni idroelettriche che per anni sono state concesse gratis”. Il presidente della deputazione ha anche aperto una parentesi sul Coasiv ricordando come “quando mi sono insediato ho trovato una convenzione firmata dal mio predecessore Giuseppe Torricella e dall’allora presidente Fabio Giangiacomo del Coasiv, facenti parte entrambi della stessa corrente politica, dove il  Consorzio dava acqua gratis al nucleo industriale in cambio delle piccole manutenzioni che il Coasiv doveva fare sulle nostre condotte”.

Sul rapporto con il Consorzio industriale Febbo ha, invece, tirato fuori un documento di proposta di protocollo, che va rinnovato annualmente, in cui si offre e a pagamento della fornitura di acqua una somma di 310mila euro, proposta rinviata al mittente in quanto si cerca di più.

Febbo “Se il Coasiv avesse pagato, se le concessioni non fossero state date gratis, se qualcuno non avesse avuto quei rimborsi megagalattici a quest’ora quei 7 milioni di euro di debiti sarebbero molto meno”.

Una risposta piccata è toccata anche all’ex presidente consortile Giuseppe Torricella sul quale Febbo ha sparato a zero “Al presidente Torricella non rispondo perché egli dovrebbe rispondere alla magistratura contabile dei suoi dodici anni di gestione di questo Ente. Il debito è aumentato da quando l’ha lasciato Torricella perché basti pensare ai soli gli interessi  e poi i problemi creati dal revisore dei Conti che ci hanno bloccato la tesoreria eccetera ed è chiaro che non poteva essere diversamente”. Marchetti ha aggiunto come si siano trattate anche “diverse cause di lavoro coi dipendenti tutti lasciati in eredità da loro e portato a transazione l’arbitrato con la Maltauro pendente per 13 milioni di euro”.

Febbo ritiene oltretutto che un Ente legato così profondamente al mondo agricolo non possa non avere nella sua deputazione i rappresentanti delle Organizzazioni professionali che ha invitato nuovamente ad indire le elezioni per le rappresentanze, ma capisce la loro posizione attendista di attuale negazione con l’approssimarsi delle elezioni regionali anche se non ha risparmiato una stoccata sull’intera vicenda al capogruppo provinciale del PD nonché esponente della Copagri Camillo D’Amico “mi deve chiarire la sua posizione all’interno di questo ente, lui e i suoi parenti”

In merito alla situazione del personale del Consorzio, l’assessore regionale ha voluto ringraziare “le maestranze perché hanno fatto un po’ di rumore come era giusto che facessero, ma non hanno comportamenti che danneggiano l’Ente anzi. la situazione è drammatica spero la settimana prossima di risolvere alcuni problemi e dargli un’altra grossa boccata d’ossigeno, ma non solo quelli: abbiamo anche i problemi della quotidianità”.

Non potevano  mancare le sollecitazioni sull’ipotesi di trasferimento dell’ente: “Chiudere il Consorzio di Bonifica di Vasto è una falsità – ha detto Febbo – Anzi era il PD che mi chiedeva di unificare tutti i Consorzi di Bonifica, ma io ho risposto che tecnicamente non era possibile e l’ho dimostrato perché esistono questi problemi. Il Consorzio sta qua e rimane qua.  Poi se qualcuno discute dello spostamento della sede da Sant’Antonio Abate al Cotir  a me sono cose che fanno ridere. Sull’ipotesi di spostamento a Lanciano se c’erano le condizioni non avrei avuto alcun problema a dire si allo spostamento per risolvere problemi finanziari. Il campanilismo sciocco, stupido e becero con me non ha niente a che fare”.

Sull’allarme lanciato da Giuseppe Forte in merito alla possibilità che la Regione Abruzzo perda la gestione della diga di Chiauci l’assessore regionale ha risposto a tono “Non sa neanche di cosa sta parlando. Se leggesse qualche volta la convenzione  sottoscritta tra i due presidenti  e leggesse qualche quotidiano molisano saprebbe che vengo accusato del contrario, ovvero che Iorio è stato leggero a sottoscriverla  e il Molise chiede la revisione di quella convenzione”.

Infine Febbo ha parlato anche dell’ipotesi gestione privata per le forniture idroelettriche: “La gestione delle forniture idroelettriche vorremmo tenerle in capo al Consorzio , purtroppo qualcuno ci ha fatto trovare una situazione  economica che ci costringe a fare i bandi e a vedere la possibilità di intervento dei privati”.

Non poteva mancare il resoconto della riunione in Provincia del 27 dicembre nella quale Febbo dichiara di essere arrivato alle 9.00 e di essere andato via alle 9.50 senza che vi fosse nessuno. L’assessore conformemente con la disponibilità data al presidente della Commissione provinciale Moroni, parteciperà alla nuova riunione del 16 gennaio alle 15.30.

Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)

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