Giuseppe Fava è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista e sceneggiatore italiano, ucciso da cosa nostra il 5 gennaio 1984. Si è trattato del secondo omicidio della mafia ai danni di un intellettuale, dopo quello di Giuseppe Impastato, nel 1978.
Alla sua figura, con tutto ciò che rappresenta, il consigliere comunale di Vasto, Davide D’Alessandro, ha proposto di intitolare una strada: “In un Paese con poca memoria, in cui i ricordi che davvero contano muoiono nel volgere di un mattino, restano le vie, i viali, le piazze in grado di restituirci un nome e un cognome, la sua opera bella o tragica che sia stata. Penso a Giuseppe Fava, ammazzato una sera di trent’anni fa, davanti al teatro della sua città, Catania, da dove, con ‘I Siciliani’, aveva spaventato la mafia. Come tutti i martiri, sapeva: ‘Qualche volta mi devi spiegare chi ce lo fa fare, perdìo! Tanto, lo sai come finisce una volta o l’altra: mezzo milione a un ragazzotto qualunque e quello ti aspetta sotto casa…’. Mezzo milione di lire, non di euro. Alcuni giornali, di questa ricorrenza, non hanno fatto cenno. Mi chiedo se e cosa sanno e ricordano i vastesi di quest’uomo che non si è mai piegato, che ha puntato il potere, ogni forma del potere, per renderne ben visibili le mostruosità. Con la voce ma, di più, con la penna Fava ha lasciato un segno per strada, non solo il segno del suo sangue. Sarebbe cosa buona e giusta incidere il suo nome e cognome in una via di ogni città. Da qualche parte l’hanno fatto. Facciamolo anche a Vasto. Per ricordare il… ricordo che non merita di morire”.
