Il pensiero della famiglia Puccioni torna ciclicamente a far capolino, alla radio come sui giornali. Nell’ultima puntata, il Cavaliere e neo ingegnere Cesare Puccioni (Presidente di Federchimica) confronta quel che accade oggi con la realtà di 50 anni fa quando “… ti buttavano le braccia al collo, perché portavi lavoro e innovazione, la chimica era l’industria del futuro”.
L’Abruzzo – ci ricorda l’ing. Puccioni – non può “campare di solo turismo”. È vero ed è per questo motivo che nella Regione ci sono vere aree industriali che per fatturato e numero di addetti hanno un’importanza ben maggiore di quella di Punta Penna.
Ma se l’Abruzzo non può “campare” di solo turismo, questa parte dell’Abruzzo potrebbe farlo; potrebbe vivere meglio (termine che preferiamo a “campare”) con molti più addetti e di più lungo termine di quanto farebbe con quelli dell’industria petrolifera o chimica, che sono comparti ad alta rendita ma a bassissimo tenore di occupazione.
Questo territorio vuole investire in turismo e agricoltura, né più ne meno di quel che fa la famiglia Puccioni in Toscana dove pubblicizza il proprio splendido agriturismo con la bellezza del paesaggio e l’enogastronomia delle colline del Chianti.
Non è difficile da capire: in 50 anni sono cambiate tantissime cose e gli abruzzesi a partire dagli anni 70 (con la Sangrochimica e la centrale termoelettrica a carbone a Punta Penna), fino ad oggi con la mobilitazione contro Ombrina, hanno detto fino alla noia che non vogliono nel loro futuro l’industria petrolchimica.
Non ci si può poi dimenticare degli aspetti sanitari e ambientali: quando l’ing. Puccioni dice che “forse in passato abbiamo fatto degli errori, quando non c’era consapevolezza” noi ci preoccupiamo, e vorremmo saperne di più perché – per esperienza – sappiamo che questo tipo di “errori” si accumulano per riemergere a distanza di anni.
L’ing. Puccioni dice anche che “sembra non ci sia voglia di difendere l’industria”, noi non capiamo cosa voglia dire “difendere l’industria”, non capiamo quale industria, da chi o cosa vada protetta, chi dovrebbe farlo, con quali mezzi e così via.
In attesa di chiarimenti, ripetiamo ancora una volta che non vogliamo altre industrie (e tantomeno petrolchimiche) in territori votati alla salvaguardia della biodiversità, al turismo e all’agricoltura; per l’esistente, chiediamo semplicemente il rispetto delle leggi.
Per il Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio del vastese
Il portavoce: Ing. Luciano Lorenzo