Siamo giunti al grande giorno, quello che tutta l’Italia aspetta per un motivo o per un altro, la deadline tra il rinnovamento renziano, la nomenklatura cuperliana, l’integralismo civatiano. Tre candidati alla guida di un partito, ma per statuto anche alla premiership, tre anime diverse che comunque vada faranno sentire il loro peso incombente sulla storia futura dei democrat e di una intera nazione.
Un confronto ad armi impari, ci sovviene da dire, dal momento che i media hanno già scelto e da tempo il probabile vincitore di un gioco in cui le carte sono state spesso rimescolate sul tavolo all’insegna delle ripicche e/o delle rivalse personali.
E sì perché il quadro che si sta delineando si muove sempre più sul filo di un rasoio affilatissimo. Domani, centinai di migliaia di cittadini andranno a far sentire la loro voce e magari sceglieranno di affondare anche il Governo Letta e la sua Große Koalition che in molti non hanno condiviso già all’indomani dell’accordo. Ed è questo uno dei pilastri sui quali ha fondato la propria ascesa quel Matteo Renzi degno erede di quella politica pop inventata da Silvio Berlusconi e ben interpretata anche da Beppe Grillo (ed a ben vedere i tre hanno molte più cose in comune di quanto si immagini almeno nel modo di riscuotere consensi), tant’è che viene da pensare che il vero riformista sia Giuseppe Civati, dinanzi a un Gianni Cuperlo incapace anche a Vasto, come ben riportato dal collega Natalfrancesco Litterio, di ammettere le colpe della sinistra scaricando meramente ogni responsabilità dell’accaduto sulla destra “è la loro politica che ha fallito – ha detto – Il nostro sbaglio è stato quello di essere stati timidi nel contrastare l’impostazione ideologica della destra, tanto da lasciare soli, privi di rappresentanza, i tanti lavoratori in difficoltà che oggi sono costretti ad azioni eclatanti per far parlare di sé, quando dovremmo essere noi la loro voce” dimenticando che il sindacato è stato colpito a morte quando Luciano Lama decise di portarlo nel Pci, dimenticando i due Governi di sinistra a guida democristiana vissuti in questo ventennio.
Domani anche Vasto farà la sua parte e dalle 8.00 del mattino alle 20.00 sarà possibili per chiunque recarsi a votare per il proprio candidato al PalaBCC presentando un documento d’identità, la tessera elettorale e versare un contributo volontario ma non vincolante di 2 euro e chissà che non si veda qualcuno (forse più di uno) di corrente di centrodestra andare a spingere più forte la corrente di un candidato che ha lasciato intendere chiaramente che in caso di vittoria Palazzo Chigi tornerà vuoto.
Le scene nazionali sono riflesse interamente a Vasto dove Gianni Cuperlo trova l’appoggio dell’onorevole Maria Amato, del capogruppo del PD in Consiglio comunale Francesco Menna e del segretario locale Antonio Del Casale, mentre Matteo Renzi incassa il sostegno di Domenico Molino, ma anche di Giuseppe Forte e presumibilmente di Nicola Tiberio e Lina Marchesani (la vecchia corrente fortiana al completo), del giovane cosegretario Nicola Della Gatta e, come dimenticarlo, di Nicolangelo D’Adamo, Ivan Aloè e Fabio Giangiacomo, ovvero i “trombati”, per usare un termine tanto in volga nella politica del XXI secolo, del nuovo corso giovanile del PD vastese che vedono l’opportunità di una vendetta mangiata calda, se è vero come è vero che proprio D’Adamo scriveva “I risultati finali qui a Vasto sicuramente daranno indicazioni anche al Sindaco, soprattutto se, come appare molto probabile, l’attuale dirigenza locale non ne uscisse rafforzata”; per Civati restano probabilmente Angelo Pollutri e Ivo Menna.
A San Salvo, invece, data per scontata l’adesione dell’ex coordinatore cittadino del PD Agostino Monteferrante al progetto renziano, quella di Arnaldo Mariotti, da buon militante dell’ancien regime, va a Gianni Cuperlo mentre nella sede di via delle Rose non andranno i sostenitori dell’ex sindaco Gabriele Marchese che ha chiesto pubblicamente di disertare il voto. D’altronde il successo di una o dell’altra corrente andrebbe a soffocare le sue ambizioni di tornare ad essere il punto di riferimento della sinistra sansalvese.
Domani sera sapremo come sono andate le cose e cominceremo a filare le trame del futuro prossimo dei democratici italiani e locali.
Luigi Spadaccini
(spadaccini.luigi@alice.it)