È iniziata con un minuto di silenzio per le vittime della tragedia di Lampedusa, dove un barcone carico di migranti è andato in fiamme, provocando più di un centinaio di vittime, la presentazione del Tavolo permanente per il dialogo interreligioso promosso dai rappresentanti delle quattro confessioni religiose promotrici, quella Cristiano Cattolica, Protestante, Buddista Soka Gakkai e Islamica in collaborazione con il Comune di Vasto e l’assessorato alle Politiche sociali.
Così il sindaco Lapenna ha voluto riservare un momento di riflessione per la “vergogna” rappresentata dall’episodio, insieme all’assessore alle Politiche sociali Anna Suriani, prima di aprire ufficialmente il Tavolo permanente del dialogo interreligioso con il suggestivo intervento del Coro di Stella Maris che ha aperto e chiuso la mattinata presso la Sala Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, riempita in ogni ordine di posto da una folta rappresentanza di studenti e insegnanti delle Superiori, nonché di autorità civili e militari.
“Non è un gran bel mondo quello che presentiamo oggi ai nostri giovani” ha sottolineato l’assessore Anna Suriani. “Oggi noi parliamo di libertà religiosa, ma in molti parti del mondo non solo non c’è libertà religiosa, ma sono negati anche i più elementari diritti, come può essere quello a non morire di fame. Pur nella riflessione, è necessario andare avanti; è fondamentale il ruolo delle scuole per educare i giovani a un approccio interculturale. Sono della convinzione che il dialogo sia l’unica via per arrivare alla pace”.
È stato quindi la stessa Suriani a presentare successivamente i quattro rappresentanti delle rispettive confessioni religiose presenti al Tavolo: don Gianfranco Travaglini per la Cristiana cattolica, Gianna Sciclone per la Protestanti, Rossella Toscano per la Buddista Soka Gakkai e Hamid Hafdi per quella Islamica.
Come ricordato da Gianna Sciclone, l’idea del Tavolo è nata durante un incontro presso il “Mattei” a cui erano stati tutti invitati: “Da quell’incontro abbiamo capito che poteva nascere qualcosa di duraturo che servisse a conoscerci reciprocamente, per formare una comunità più unita”.
Linea confermata anche da Rossella Toscano: “Nei nostri incontri non c’è mai stata prevaricazione di uno sull’altro, mai un conflitto. Se è possibile fare questo in un piccolo gruppo, è possibile farlo su larga scala”.
Intermezzo dedicato al mondo della scuola, con l’esperienza del “Mattei” di Vasto raccontata dalla professoressa Ottaviano, che ha visto una sua delegazione convocata all’inaugurazione del nuovo anno scolastico nel cortile del Quirinale, grazie alla selezione per un progetto scolastico proprio sul dialogo tra le religioni.
A seguire, Hamid Hafdi ha parlato di quella del Tavolo come “un’esperienza costruttiva: le religioni vengono spesso confuse con aspetti della tradizione che possono essere anche sbagliati o con gli atti di singoli individui. È importante che questo Tavolo serva anche a sconfiggere tutti i tipi di pregiudizi, per trasmettere ai giovani una visione corretta della religione”.
Infine l’intervento di don Gianfranco Travaglini, il quale ha ricordato il legame tra la data del 4 ottobre e la festa di San Francesco, patrono di Assisi: “Il 27 ottobre 1986 Papa Giovanni Paolo II convocò proprio ad Assisi tutte le confessioni religiose, suscitando anche qualche contrarietà, poiché si rischiava un’impostazione sincretista per cui poteva passare il messaggio eccessivamente relativistico. Invece Papa Giovanni Paolo II è stato lungimirante e abile nel gestire un incontro convocato per pregare per pace nel mondo. Da quel momento è stata coniata l’espressione ‘lo spirito di Assisi’ che sta a rappresentare il sentimento che, pur nelle diversità, ci accomuna, avendo tutti uno stesso inizio e una stessa fine. Questa comunione ci affratella. Quando Gesù mando i suoi discepoli tra il popolo, non diede nessun tipo di impostazione ideologica. Disse semplicemente di bussare a ogni porta e dire: ‘Pace a questa casa’. E la pace, come suggerisce il termine ebraico shalom – che comprende una prima parte con cui inizia anche la parola fuoco e una seconda con cui inizia anche la parola acqua, unite da una congiunzione – si raggiunge mettendo insieme la verità e l’ardore del fuoco con la calma dell’acqua. Questo è il nostro obiettivo: costruire la pace nella comunità, tenendo presente sia il fuoco che l’acqua”.
In coda all’incontro è stata data lettura del “decalogo” scaturito dai primi lavori del Tavolo, letto da una rappresentanza di studenti. Nel decalogo si parla del dialogo come contributo necessario per il raggiungimento della pace, della necessità di perseguire la pace tra culture diverse, sulla base della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo dell’Onu e del netto rifiuto di ogni tipo di violenza e oppressione: “Chi uccide in nome di Dio, lo nega alla radice”.
Natalfrancesco Litterio